Ha elogiato (e ne aveva ben donde) due ragazzi delle scuole superiori della città che hanno preso la parola poco prima la sua orazione ufficiale e che hanno esortato i loro coetanei ad informarsi e studiare la storia per non rendere vano il sacrificio di chi è morto per la Democrazia; ha ricordato Papa Francesco, pontefice scomodo e pungolo della politica in chiave evangelica e cristiana e reso omaggio al sacrificio resistenziale di una delle zone d’Italia maggiormente coinvolte nella lotta per la Liberazione dai nazifascisti come racconta peraltro bene la storia del nostro territorio. Infine un breve monito del senatore nei confronti del “pacifismo equidistante” di una certa parte politica (e opinione pubblica): «Non si possono mettere alla stessa distanza certe categorie, invasi con invasori, autocrazie con democrazie…».
Questo in estrema sintesi i contenuti del discorso ufficiale di Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera e attuale senatore nel Pd, oggi a Ciriè per partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile, rispondendo all’invito del sindaco Loredana Devietti. Una cerimonia molto partecipata e con molta presenza di studenti a rappresentanza degli istituti cittadini oltre le consuete delegazioni di Anpi, associazioni combattentistiche e volontariaro per la gestione dello stesso evento, al quale daremo ampio risalto nella edizione del giornale in edicola eccezionalmente mercoledì 30 anziché giovedì 1 maggio. «Pensavamo che le tragedie vissute nel Novecento – ha detto Casini – non potessero più accadere, né ripetersi, ma purtroppo la storia ci ha smentiti. L’aggressione della Russia nei confronti di un Paese sovrano ci ha dimostrato quanto in realtà il nostro sistema di regole e principi incardinati nel secondo dopoguerra non sia scontato, quanto la democrazia sia ancora un valore da difendere e quanto possa far paura la sua diffusione ai confini di regimi autocratici».
In sintonia l’intervento del primo cittadino: «La Resistenza ci ha insegnato che la democrazia non si difende con l’indifferenza – ha detto Loredana Devietti -che la libertà non si mantiene con il silenzio e che le derive autoritarie iniziano sempre con piccoli cedimenti: l’accettazione della paura come strumento politico, la riduzione dei diritti in nome della sicurezza, il disprezzo per il dissenso. Grazie Presidente, grazie a tutti coloro che oggi a vario titolo hanno preso parte, e hanno lavorato, per questa Festa della Liberazione così significativa per Cirié: 80 anni per la Liberazione, 120 per la nostra città».
La Festa della Liberazione prosegue anche questa sera alle ore 20.00 in Piazza Castello con il Corteo della Memoria.