«Il signore ha avuto accesso al Pronto Soccorso di Ciriè nella tarda mattinata di martedì 11 febbraio e, dopo aver effettuato gli accertamenti strumentali necessari, è stata richiesta una consulenza al CTO di Torino. Come avviene in questi casi, copia della documentazione clinica e delle relative immagini è stata portata al CTO da un fattorino dell’ASL e regolarmente consegnata. Ma lo specialista interessato, contattato dall’Ospedale di Ciriè, ha riferito di non averla in suo possesso. Nel pomeriggio di giovedì 13 febbraio è stata richiesta una consulenza allo specialista del Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco di Torino e, nella mattinata di venerdì 14 febbraio, gli è stata consegnata copia della documentazione clinica e delle relative immagini. Nella stessa mattinata di venerdì 14 febbraio il medico specialista ha effettuato la consulenza e richiesto ulteriori accertamenti e il signore è stato ricoverato in reparto. Siamo molto dispiaciuti per il disguido che si è verificato, ma si precisa che in pronto soccorso il signore è stato continuamente monitorato clinicamente e controllato e non ha presentato complicanze».
Replica così l’azienda sanitaria locale To4 sulla vicenda, finita agli “onori” della cronaca venerdì scorso, del paziente che ha aspettato di essere operato per tre giorni su una barella del pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè.
«Tre giorni e tre notti, a digiuno, “parcheggiato” su una barella», avevano denunciato ai media l’uomo e i suoi familiari. L’anziano era arrivato al al nosocomio cittadino con una vertebra fratturata a causa di un incidente domestico.