Sono state quasi 800mila persone che, in poco meno di un anno – ovvero dal 20 gennaio al 31 dicembre – sono salite a bordo dei treni delle Sfm4 e Sfm7 nel tratto compreso tra l’aeroporto “Sandro Pertini” e Torino. Un dato significativo a distanza di dodici mesi dall’attivazione della “nuova” Torino-Ceres, con il collegamento tra il Ciriacese, il basso Canavese e il centro del capoluogo piemontese, oltre che al resto del sistema ferroviario regionale, grazie all’apertura del nuovo tunnel sotto corso Grosseto che ora permette ai pendolari e agli utenti di poter scendere a Porta Susa o al Lingotto.
Sulla nuova tratta la Regione ha puntato molto, con un prezzo concorrenziale di 3,70 euro a corsa da Caselle a Torino, a fronte di mezz’ora di viaggio. Una corsa ogni 30 minuti, che da metà dicembre sono diventate tre all’ora grazie al prolungamento della linea Sfm6 in arrivo da Asti da Torino Stura appunto al “Sandro Pertini”. Non sono mancate, però, le problematiche: ritardi costanti, treni cancellati, il nodo del “trasbordo” da Ciriè e l’ultimo tratto da Germagnano a Ceres ancora chiuso e servito dai bus sostitutivi. Non solo: da settembre, le linee Ciriè-Fossano e Ciriè-Alba sono risultate le peggiori dell’intera rete piemontese e sono finite in coda alla classifica pubblicata nel report nazionale “Pendolaria” a cura di Legambiente.
La Regione ha avviato un tavolo con Trenitalia, Rfi e Agenzia per la Mobilità piemontese, a cui partecipano anche gli amministratori locali e i comitati pendolari, i consumatori, per trovare soluzioni. Nei giorni scorsi l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, ha rassicurato gli utenti: entro il mese di aprile i treni arriveranno direttamente a Germagnano, grazie ai lavori di rinforzo dei binari che verranno effettuati in queste settimane e, entro il 2026, potrebbero essere usati i nuovi treni Rock, visto che Trenitalia deve ancora consegnarne 22 alla Regione.
L’Osservatorio sulla ferrovia Torino-Ceres continua a vigilare: «Considerando che, secondo gli ultimi dati disponibili prima dell’interconnessione, su una media di 6.500 passeggeri per giorno feriale solo il 4 per cento (quindi 260) prendeva il treno per scendere all’aeroporto – evidenzia il portavoce Davide Arminio – significa che il nuovo servizio ha decuplicato la domanda di trasporto ferroviario aeroportuale, togliendolo dalle strade. Il servizio ha ancora margini di miglioramento, soprattutto per lavoratori e studenti. Per questo pretenderemo un servizio sempre più efficiente, affidabile e accessibile, a partire dal buon funzionamento di scale mobili e ascensori, ma includendo anche le biglietterie automatiche, e una tariffazione “intelligente” che invogli sempre più cittadini a lasciare l’auto e salire sul treno».