Nel “mare magnum” del dibattito sulla controversa misura del Bonus 110, ci sono al netto della deriva politica (e legale) del tema in questione, percorsi importanti di sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale che portano indubbi e certificati vantaggi ad ambiente e alle persone, in uno spettro più ampio di quanto forse pesi la questione degli effetti del superbonus sul bilancio pubblico.
Il primato, ma non l’importanza, dell’economia, in alcuni virtuosi casi di applicazione della misura in oggetto, è così in deroga rispetto alle nobili istanze che la stessa può produrre e soprattutto azzera il fenomeno delle furberie o delle stesse truffe che hanno avversato questo processo; ed il tutto senza ammalorare le casse pubbliche e innescando quel volano virtuoso ecologicamente ed economicamente che spesso non si è realizzato. Non è certo il caso di come il superbonus è invece stato utilizzato in un grande e importante stabile del capoluogo sabaudo (9 piani per circa 23 metri di lunghezza) dove, in corso Einaudi 53 – come certificato – gli interventi realizzati hanno comportato la rapida scalata delle categorie, arrivando alla massima possibile in tema di risparmio energetico per le tante famiglie del palazzo: una manna di questi tempi di crisi energetica legata a quella geopolitica. E il tutto senza intoppi o peggio stop ai lavori e alle cessioni del credito, come?
In punta di scienza e coscienza verrebbe da dire, cioè applicando le regole della misura con professionale e soprattutto onestà: del resto nello storico palazzo protagonista di questo esempio, l’ingegnere Francesco Manganaro (nella foto), “deus ex machina” dell’operazione, ci vive e lavora da una vita: dal suo studio dove si occupa di progettazione in ambito architettonico e ingegneristico è nato tre anni fa il progetto propedeutico alla sua realizzazione, ora a regime.
«La differenza la fanno competenza e onestà – conferma Manganaro – e la dovizia nel scegliere le opzioni giuste, dai materiali utilizzati (per coibentazioni, cappotti, serramenti e quant’altro) alle professionalità coinvolte al netto dei controlli carenti e delle speculazioni illegali che ci sono state. So solo che il metodo utilizzato da noi, in punta di regolamenti e con sempre, tra gli altri aspetti, davanti la stella polare dell’efficentamento energetico, non solo ha funzionato per i residenti dell’edificio ma di certo non ha contribuito a danneggiare l’economia italiana: il risparmio energetico ottenuto anzi è un investimento a lungo termine per tutti perché favorisce il percorso green che le città europee si sono date come obiettivo. Al di là del dibattito politico la misura non era sbagliata ma forse aveva bisogno di tempo per essere meglio strutturata e di controlli adeguati».
L’Istat dice che l’effetto del superbonus 110% su economia e bilancio pubblico, secondo l’Enea, dalla sua introduzione (luglio 2020) fino a dicembre 2022, ha comportato 68,7 miliardi di spesa per 62,5 miliardi di investimenti. Nel dibattito politico, questi dati sono stati utilizzati da una parte per sostenere che il superbonus 110% ha sorretto l’economia post covid, dall’altra che l’ha affossata. Ai posteri l’ardua sentenza…