L’ennesimo grido d’allarme sulla situazione della sanità, e nello specifico, su quella offerta dalle Asl territoriali, arriva dalla Cgil dopo “il tavolo di confronto da remoto”, prima delle feste natalizie, avuto con L’Asl Città di Torino e con L’Asl Città Metropolitana, dove si è parlato dei nuovi assetti Ssr previsti dal Pnrr.
«Premessa, gli ultimi incontri risalivano ad aprile 2024 – dice Alfonsina D’Onofrio, referente sindacale reponsabile Cgil della zona Settimo-Ciriè – Da subito ci siamo accorti delle importanti e pesanti assenze a quel tavolo, ovvero nessun sindaco di alcun territorio e peggio nessuna rappresentanza da parte dell’Asl To4 e dell’Asl To3, se non in questo ultimo caso dell’ingegnere Fiorillo che segue i lavori (quali?)». La sindacalista riferisce che in tale contesto si sarebbe dovuto affrontare la questione del personale neo assunto e destinato alle strutture previste dal Pnrr sul territorio Città metropolitana: «Invece – continua D’Onofrio -viene riportato, soprattutto per quanto riguarda l’Asl To4, che i lavori dovrebbero cominciare con il nuovo anno. Non più tardi di aprile 2024, nelle singole riunioni di distretto (Chivasso- San Mauro, Settimo-Leinì, Ciriè-Lanzo, Ivrea) le Direzioni di distretto congiuntamente alla parte tecnica assicuravano la“bollinatura” dei progetti con validazione entro maggio nonché l’inizio dei cantieri a giugno. Ad oggi invece lo stato dell’arte risulta essere ben altro».
La situazione lamentata dalla Cgil può essere duque così sintetizzata: Ospedale di Comunità di Crescentino fermo a causa di un problema di sovraintendenza irrisolvibile, l’Asl andrà nuovamente a gara per l’affidamento lavori; Casa di Comunità di Caluso ancora in verifica sempre per un problema di sovraintendenza; Casa di Comunità di Settimo T.se vedrà da gennaio 2025 le ruspe nella parte che era occupata dalla CRI; Casa di Comunità di Leinì fortemente in ritardo sui lavori; Casa di Comunità di Ciriè vedrà la cantierizzazione (forse) a gennaio; Casa di Comunità di Lanzo per ora c’è solo l’accordo con il Comune con cui si è stipulato un contratto di comodato. «Da questo prospetto – precisa D’Onofrio – presentato il 17 dicembre 2024 (ricordo l’end-date del Piano giugno 2026), risulta evidente la mancata attenzione ai territori unita ad un potenziale fallimento dell’edilizia della medicina territoriale».
Del resto, secondo il sindacato ad aprile i propositi economici delle Asl territoriali per il Pnrr erano già stati rivisti al ribasso, «ma la situazione si rende ancor più complicata e preoccupante se ai fondi comunque stanziati non corrispondono opere ed interventi strutturali concreti. È importante richiamare l’attenzione delle istituzioni a prendere parte agli incontri e farsi portavoce delle esigenze del territorio che amministrano in quanto responsabili della salute dei cittadini. Non possiamo più permetterci di perdere tempo in rimandi teorici, occorre agire ed avere risposte certe che fino ad ora le singole Asl non sono state in grado di dare.», conclude.