Gli incontri dei carabinieri con la popolazione, soprattutto anziana ma non necessariamente, come si vedrà, su truffe e raggiri stanno diventando sempre più frequenti, anche perchè tra un appuntamento e l’altro si vengono a scoprire nuove e sempre più variegate modalità truffaldine e tocca quindi rivedere il già triste campionario ed aggiornarsi.
È lo spirito con cui alcuni giorni fa, nei locali della Fondazione Troglia a Ciriè, si sono recati in molti per assistere all’ultima conferenza allestita allo scopo dai militari della Tenenza comandata dal tenente Felice Meo. Il numero importante di cittadini convenuti e un’attenzione altissima da parte di quest’ultimi, a dispetto del momento soporifero della giornata (dopo pranzo), rimarca la percezione di un vero allarme sociale in ordine alla piaga delle truffe e spesso dei consuenti furti per cui vengono ordite.
Nello specifico delle novità nel campo di questi odiosi delitti – soprattutto rivolti a cosiddette fasce deboli della società – i carabinieri hanno sviscerato modalità e caratteristiche delle stesse apportando alle argomentazioni efficaci contributi audiovisivi e un “bestiario” di casi recenti, sia sventati, che purtroppo andati a segno nella nostra zona. Vediamo i più significativi
La bottiglia di plastica
Viene inserita tra lo pneumatico anteriore e il parafanghi: quando l’auto si muove provoca un forte rumore. La persona alla guida si spaventa ed esce dall’auto. A quel punto il truffatore con un auto già danneggiata dirà di essere stato urtato e chiederà soldi, oppure cercherà di rubare la borsa dall’auto. Una di queste è stata sventata proprio marted scorso in via Gazzera a Ciriè.
Il raggiro del “chupa chupa”
Modalità analoga a quella precedente ed ultima evoluzione del gioco dello specchietto, si utilizza il duro dolciume lanciandolo sulla portiera dell’auto di chi si vuole truffare e creando caos, perchè fa molto rumore.
Falsi tecnici, parenti e carabinieri: tutto finto
Di questo tema si è già detto molto: nessuno si presenta a casa per controllare alcunché ed è molto difficile contraffare i segni dfistintivi delle forze dell’ordine. Ma in ogni caso se non si è più che certi «non aprite nemmeno a noi carabinieri: prima telefonate in caserma o all’Ente del caso e sinceratevi che sia davvero così».
In un caso recente, sempre a Ciriè (nel fotogramma sotto), per fortuna anche questo risolto dai carabinieri, un finto militare con un improbabile berretto è riuscito a scoprire persino dove tenevano l’oro di famiglia: nella legnaia.