Lo scorso venerdì 8 novembre, nella sala conferenze del Centro sociocultuale di corso Nazioni Unite a Cirié si è svolta una interessante conferenza dal titolo “Gli Enigmi del Titanic”, organizzata da Matteo Locatelli e dallo storico e scrittore Claudio Bossi, in collaborazione con il consigliere comunale Franco Silvestro, con lo scopo di far riflettere più persone su una serie di incongruenze nei fatti inerenti alla tragedia del Titanic.
La serata – che ha avuto un prequel mattutino con i bambini della scuola Ciari, è iniziata con una esaustiva introduzione storica da parte di Matteo Locatelli, che ha illustrato l’evoluzione dei piroscafi, partendo dall’SS Sirius, primo ibrido idroscafo mai creato, con una capienza di 40 persone, arrivando all’RMS Lusitania, il fratello maggiore del Titanic, capace di trasportare ben 2.200 passeggeri.
Verso la fine del 1908 vennero commissionate 3 navi transatlantiche gemelle, l’RMS Olympic l’HMHS Britannic e l’RMS Titanic. Tre navi pressochè identiche “alte come dei palazzi da 14 piani e lunghe come 3 campi da calcio”, così lo scrittore le descrive, capaci di accogliere fino a 3.500 persone, dotate di piscine, palestre, un bagno turco, un campo da squash e addirittura una sala operatoria per le prime classi. L’RMS Olympic ebbe vita breve, collise con una nave militare e venne dismessa a causa di un buco nello scafo, l’HMHS Britannic venne affondata da una mina e il Titanic fece la fine che conosciamo tutti.
La serata è entrata nel vivo dei cosiddetti enigmi che ne caratterizzano la vicenda quando il professore ha iniziato a narrare una serie di curiosità e particolari, anche “esoterici”, che la gente arrivò a notare dopo la tragedia, come l’avvistamento di un demonio in una foto, oppure la notizia assolutamente infondata della maledizione di una mummia egizia, tutti segni che per i passeggeri presagivano sfortuna.
La conferenza – tra ricostruzioni e video inediti ed anche la bella performer del chitarrista Beppe Cusumano sulle note della celebre soundtrack cinematografica – è continuata con altre ipotesi, ad esempio la testimonianza di un passeggero sull’indisposizione del capitano, il presunto scambio di navi tra il Titanic e l’Olympic, teoria che parrebbe assurda se non fosse che che se esaminata a fondo presenta un filo logico con le peculiari incongruenze degli esiti ufficiali delle due commissioni d’inchiesta che se ne occuparono, negli Usa e nel Regno Unito, ancora, la coincidenza di un deposito di carbone che prese fuoco esattamente nello stesso punto dove avvenne il presunto impatto con l’iceberg, i mancati controlli alle scialuppe di salvataggio, la cancellazione di aluni passeggeri di prima classe a pochi giorni dalla partenza, la completa non curanza dei numerosi telegrammi di avvertenza di banchi di ghiaccio sulla rotta mandati al capitano nonché un presunto coinvolgimento della massoneria.
Tutte teorie mai riconosciute dai tribunali ma che citando nuovamente lo storico forniscono ancora domande «le cui risposte si trovano a 3810 metri sotto la superficie del mare». (Edoardo S.*)