La scena musicale delle Valli di Lanzo e del Canavese si arricchisce di una nuova opera che intreccia storia, territorio e innovazione. “Dicono che i Cervi” è la poesia del 2001 del poeta beat e pedagogista Gianni Milano, oggi ripubblicato in musica dalla Toast Records e ascoltabile su Soundcloud. Il brano segna un viaggio intimo e simbolico verso Itaca, che per Milano si identifica nella città di Ciriè, dove l’artista ha lasciato un’impronta profonda, tanto che alcuni cittadini si stanno mobilitando per un riconoscimento.
(In foto: Allen Ginsberg e Gianni Milano a Spoleto durante il Festival dei Due Mondi del 1967)
Gianni Milano ha attraversato più di quarant’anni di vita professionale ispirato da un profondo senso di comunità e dalla ricerca di relazioni autentiche tra adulti e bambini. In un periodo storico caratterizzato da repressione e conformismo, Milano ha dato voce a una pedagogia rivoluzionaria, che continua a influenzare le nuove generazioni. In questo brano, Milano è affiancato i due musicisti locali Massimo Fantinati e Luigi Bairo.
Fantinati, noto per la sua carriera iniziata con il successo dance “Ghost Town” negli anni ’80, ha recentemente realizzato colonne sonore per documentari naturalistici e in questo brano è alle voci, tastiere e percussioni; Bairo, scrittore e musicista, è da sempre in connessione con il panorama artistico locale e con Milano ha pubblicato “Capitan Nuvola” (2002) e “Mi hanno allevato gli indiani” (2003). Qui suona chitarra, basso e synth. Con “Dicono che i Cervi”, i protagonisti riescono a restituire al pubblico una sintesi di esperienze vissute e di legami con la propria terra, dove la dimensione paesaggistica e umana si intreccia con il processo creativo.
Il brano invita l’ascoltatore a una riflessione sul concetto di ritorno alle origini, un tema caro a Milano, per il quale Itaca rappresenta il luogo in cui radici e futuro si incontrano, un ideale di appartenenza e di ritorno alla propria essenza.
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