La qualità del vino imbottigliato era anche discreta, ma l’etichetta incollata sulla bottiglia, riportava nomi di pregio di grandi case vinicole francesi specializzate nella produzione di Champagne, bianchi o rossi di Borgogna, Bordeaux e Chardonnay. Pezzi da migliaia di euro l’uno che si trovano sulla carta dei vini dei ristoranti stellati e che venivano acquistati anche da dei collezionisti molto facoltosi, soprattutto all’estero.
Tutta l’organizzazione ruotava intorno ad un 40enne di origine russa, domiciliato in Lombardia e residente a Parigi che aveva tirato su il business insieme ad altre cinque persone.
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