Una storia di difficoltà e incertezze per il futuro: una delle tante nello Stivale che vede intrecciarsi disagio economico e drammi familiari e con essi l’imperturbabile primato dell’economia sul sociale. Pubblichiamo la lettera di Elisa con, al fondo, il suo contatto qualora qualcuno riuscisse a darle una mano.
«Buongiorno scrivo dalla provincia di Torino, mi chiamo Elisa e sono una mamma disperata ma guerriera, la natura della mia richiesta è poter far conoscere a tutti il problema che sembra non trovi una soluzione. In sostanza mi sono appellata a tutte le istituzioni di governo, al Giudice che segue l’asta el tribunale di Ivrea e a varie testate giornalistiche per chiedere aiuto per poter salvare la mia casa ai miei figli, perché purtroppo non sono state pagate le rate dal mio ex marito, e non sono riuscita tempestivamente a seguire la procedura in quanto nel frattempo ho passato mesi e mesi all’ospedale per effettuare interventi chirurgici, e quando sono riuscita a prendere in mano la situazione ho contattato il creditore per trovare un accordo. Molto tranquillamente mi hanno detto di non preoccuparmi che c’è tempo… che passeranno ancora anni prima che la casa vada all’ asta, ma non è così, infatti la procedura è già partita e quindi perderemo la casa a breve.
Nessuno mi sta dando l’opportunità di poterla riscuotere perché ovviamente risulto anche io cattivo pagatore, nessuna banca, nessuna finanziaria mi da un prestito, ho chiesto anche al creditore di poter venire a un compromesso: pagare loro mensilmente una rata fino alla copertura del valore d’asta dell’immobile, ossia 108.000; non ne vogliono sapere a meno che non accetti la loro proposta, che è davvero impossibile: 10 rate mensili di 10.800 euro l’una, oppure 108.000 euro tutti in una soluzione, che natutalmente io non mi posso permettere: ho un lavoro fisso e stabile ma non guadagno così tanto e ho due figli da mantenere di cui uno minorenne e a cui è stata assegnata la casa in sede di divorzio. Ora vorrei sensibilizzare qualcuno, chiedere aiuto e cercare una soluzione. Vi prego datemi l’opportunità di chiedere aiuto e poter garantire ai miei figli il diritto di avere una casa, datemi la possibilità di poter dare serenità ai miei figli che povere stelle mie hanno già passato una dura infanzia, coronata da maltrattamenti in famiglia, umiliazioni e traumi… da cui per fortuna siamo usciti da poco ed ora però si prospetta un altro trauma: la perdita della loro casa, del loro nido, della loro sicurezza, delle quattro mura in cui poter sentire il calore finalmente e non più urla e botte. Con difficoltà siamo riusciti io e i miei figli a tornare a sorridere ma ora mi trovo con i miei ragazzi tristi, con la paura di lasciare casa al mattino per andare a scuola e di non poterci più rientrare: credo che in un paese civile come il nostro sia di dovere tutelare il diritto alla famiglia, ci sono tante leggi che tutelano i minori, il diritto alla prima casa, il diritto alla famiglia, perché non vengono applicate, perché non pensiamo al benessere di creature e invece si è così venali e si pensa solo ai soldi, al fatturato? Io mi chiedo questi dirigenti della società finanziaria a cui il mio legale ha inviato parecchie mie proposte non hanno figli?? Non hanno una coscienza per chiedersi se i loro figli in questa situazione sarebbero sereni o forse è più importante far quadrare i conti e i bilanci della società. Oramai i cuori sono vuoti, pieni solo del Dio denaro, e non più del Dio Amore. Vi prego aiutatemi a trovare una soluzione, sto vedendo giorno per giorno i miei figli tristi, terrorizzati e io mi senti impotente di fronte a tutto ciò.
Vi prego aiutatemi per favore.
Elisa 345 231 819 5
Grazie infinite»
Nella foto il trobunale di Ivrea dove il caso è pendente