È guerra ai piccioni: sono troppi, sporcano, portano malattie, danneggiano i campi agricoli. E così la Città metropolitana ha dato il via a un piano quinquennale per l’eliminazione dei volatili considerati in eccesso: saranno catturati da addetti comunali con gabbie-trappola nelle aree urbane mentre fuori dai centri abitati si potrà direttamente sparare loro con un fucile da caccia: in questo caseo se ne occuperanno operatori appositamente formati e autorizzati dall’ex Provincia. Qualcuno ricorderà che a causa della infestazione da zecche dei colombi la scorsa primavera furono chiusi per alcuni giorni i due plessi del Fermi- Galilei di Ciriè. Non è quindi un caso che l’iniziativa di cui sopra arrivi in qualche modo dal nostro territorio, attraverso una mozione presentata da Davide D’Agostino, consigliere in quota Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Ciriè e in quello della Città Metropolitana di Torino. «Confermo che l’iniziativa sul contenimento di questi volatili nasce da una mia mozione – afferma D’Agostino – finalmente le Amministrazioni comunali ed i cittadini potranno avere un riferimento univoco su tutto il territorio provinciale, su come affrontare il problema delle colonie di piccioni fuori controllo».
Il consigliere Metropolitano di FdI aggiunge inoltre che il provvedimento è stato approvato all’unanimità dal Consiglio anche in relazione «al grave episodio che ha portato alla sospensione delle lezioni all’istituto Fermi-Galilei di Ciriè per criticità sanitarie connesse alla presenza di piccioni: oggi interveniamo concretamente», e per rispondere alle associazioni di agricoltori che avevano chiesto di intervenire per evitare la devastazione delle coltivazioni in fase di semina. Danni che Coldiretti stima in 5 milioni e mezzo di euro a fronte di una presenza di 2,5 milioni di questi uccelli. Un aumento sproporzionato dunque, che, secondo il piano redatto dalla Città Metropolitana, necessitava di “misure draconiane”. Già perché è previsto che per i suddetti volatili non vi sarebbe altra soculuzione che quella cruenta.
Naturalmente sono diametralmente opposte le idee che arrivano sul provvedimento da parte del mondo dell’animalismo e. in gran parte, dell’ambientalismo: «Esistono soluzioni alternative che sul problema sono già state applicate e funzionano, a partire dagli anticoncezionali nei mangimi e nelle granaglie di cui si cibano questi animali ma forse sono più costosi di una pallottola o tagliola» – commenta provocatoriamente Laura Masutti, responsabile per il Ciriacese e le Valli di Lanzo della Lida. Sulla stessa linea d’onda Rosalba Nattero, presidente di Sos Gaia, associazione facente parte del Tavolo Regionale Animali & Ambiente: «L’ennesimo scellerato messaggio con cui si affida ogni soluzione alla violenza e alla sopraffazione: in questo caso di animali».