Ora che la bonifica dell’ex Amiantifera di Balangero è arrivata ai due terzi del suo percorso, dopo quasi una trentina di anni di lavori, è ora di decidere del futuro del sito. In pratica su 310 ettari di territorio, ne sono stati messi in sicurezza circa 200, con una dispersione di microparticelle in aria che, secondo le centraline di rilevazione dell’Arpa, è pressoché nulla. E molte opere di ingegneria e di trattamento dei rifiuti del minerale sono anche servite come «modello» per studi di settore o altre bonifiche visto che, a livello mondiale, è stata la prima volta che si è lavorato in un ambiente contaminato dalla fibra. Anche per questo, negli anni, sono arrivati all’ex Cave di San Vittore studenti provenienti da diverse parti del mondo.
«Innanzitutto, dopo questi anni di lavori e grandi investimento, è giusto che l’ex cava con i suoi sentieri, il lago e la cappella di San Vittore torni a poter essere fruibile anche dalla popolazione, con una parte destinata ad un percorso ecomuseale » – puntualizza Franco Romeo, il sindaco di Balangero. Ma, tutta l’area dovrà anche essere mantenuta per i prossimi decenni. «In questa direzione stiamo ragionando sulla creazione di un parco energetico dove si possa produrre energia elettrica sfruttando le nuove tecnologie, ma stiamo verificando anche la possibilità di produrre idrogeno – continua Romeo – Un’altra soluzione potrebbe invece essere quella di ricavare energia e calore sfruttando gli scarti provenienti dal settore alimentare, dalla zootecnia o dall’umido, per esempio. Ma tutto dovrà esse re “pulito”, in linea con le nuove direttive sulle energie sostenibili e green». «Il lavoro compiuto negli ultimi anni merita di essere conosciuto dalla cittadinanza e, soprattutto, merita di poter fare un passo in avanti, per la riqualificazione dell’area a scopo economico, sociale e ambientale » – ha detto nel luglio 2022 il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo durante una visita all’interno dell’ex miniera.
Quello che sembra oramai assodato – anche se non bisogna mai dare nulla per scontato – è che all’interno dell’ex Amiantifera non si potranno più effettuare lavorazioni inquinanti. Fino a qualche tempo fa sembrava quasi fatta per la realizzazione di un mega campo fotovoltaico da 95 mila metri quadrati. Ovvero più di ventimila pannelli in grado di fornire la corrente elettrica ai paesi circostanti e anche di ricavare utili per il mantenimento idrogeologico e naturalistico dell’immensa zona. Un progetto partito nel 2007 e mai realizzato.Questo nonostante il nuovo interesse da parte di grandi gruppi del settore negli ultimi tempi visto che le autorizzazioni ci sono tutte per partire.
«Nel 2023 è stata inoltre conclusa la procedura di gara, commissionata a Scr per l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza dei corpi di fabbrica degli ex stabilimenti – spiega Giovanni Poma, il presidente di Rsa la società che sta gestendo la bonifica – Gli interventi, che inizieranno a breve, prevedono la rimozione delle coperture di cemento amianto, in stato di degrado, con il successivo ripristino, per consentire un possibile utilizzo funzionale delle strutture risanate dalle attività di bonifica del sito ed in particolare alle prossime attività di demolizione e bonifica delle aree degli ex stabilimenti ». Inoltre, a breve, verrà rinnovato l’Accordo di Programma tra i Rsa (ne fanno parte Regione, Città Metropolitana, Unione Montana Vall di Lanzo, Comuni di Balangero e Corio) ed il Ministero dell’Ambiente per proseguire regolarmente le attività di bonifica fino al 2026 ed oltre. In ballo ci sono ancora circa 25 milioni di euro, più o meno la metà di quelli spesi fino ad oggi.