Il dirigente scolastico del Fermi-Galilei ha da poco firmato la circolare con cui annuncia la possibilità per i docenti che lo richiedano di poter usufruire del corso di formazione in dotazione al robot umanoide “Nao” che presto farà il suo ingresso nelle aule, o meglio, nel laboratorio dell’istituto cittadino. Il robot in questione – che dovrebbe interagire a vario livello in tutte le dinamiche didattiche per cui è stato pensato – fa parte di un pacchetto di strumenti tecnologici di cui la scuola si è dotata grazie ai fondi resi disponibili dal Pnrr, i cui progetti sono stati redatti e presentati durante la reggenza del dirigente scolastico Roberta Bruatto, lo stesso che nel periodo della pandemia aveva fatto arrivare i controversi banchi a rotelle della ministra Lucia Azzolina, ormai dismessi in tutte le scuole che li avevano ricevuti, Fermi-Galilei compreso. Il robot non ha ancora fatto il suo esordio tra docenti e studenti ma qualcuno nell’istituto nutre qualche perplessità, tanto da segnalarci, chiedendoci però di mantenere l’anonimato, la questione in aperta critica anche a questa scelta dell’ex capo dell’istituto: «Era il caso? Ci hanno detto che serviva per l’inclusione di ragazzi disabili o autistici… perché il robot li abbraccia… A cosa servono quindi gli insegnanti di sostegno?».
Tutte domande che abbiamo allora rivolto all’istituto, che sgombra subito il campo da “facili suggestioni”: «Premesso che il robot è ancora nella scatola e che non si tratta di un progetto seguito dal sottoscritto – taglia corto il professor Vincenzo Giammalva. che da settembre guida il liceo cittadino dopo il pensionamento della Bruatto – mi sento di escludere che l’utilizzo di questo strumento risponda alle semplificazioni di cui sopra. L’umanoide, del quale anche io dovrò conoscere tutte le funzionalità (per questo si fa un corso, ndr), risponde a esigenze di esperienze robotiche di cui del resto gli studi di questo istituto si occupano e che sono dunque pertinenti».
Si parla dunque di robotica e coding: l’azienda costruttrice del piccolo automa nei suoi claim informativi spiega che si tratta di uno strumento valido «per imparare a costruire e programmare i robot, ma anche per ottenere un metodo di ragionamento e di sperimentazione, promuovendo le attitudini creative degli studenti, nonché la loro capacità di comunicazione, cooperazione e lavoro di gruppo e favorendo l’interesse verso la matematica e la fisica», propedeutiche alla cibernetica ed alla stessa Intelligenza Artificiale. Il suo costo va da dagli 8mila ai 20mila euro a seconda dei modelli e Nao si muove, riconosce persone e oggetti, ascolta e parla. Il tutto attraverso movimenti ed atteggiamenti umanoidi, appunto. Sull’inclusività rispetto a ragazzi portatori di handicap, si vedrà: abbiamo chiesto, e ottenuto dal preside, a corso ultimato, di poter assistere a scuola ad un suo utilizzo.