Sabato scorso la Rete Militante e Antirazzista per l’Abitare, composta da numerose sigle che operano nel sociale e nell’ambito della sostenibilità e della salute ha consegnato in municipio una proposta politica per il Comune di Torino a fronte dell’aumento di episodi di discriminazioni e razzismo nei confronti delle persone straniere rispetto all’accesso alla casa. Le oltre 60 associazioni che hanno sottoscritto il documento hanno chiesto alla Amministrazione comunale un incontro per confrontarsi sulla tematica e sulle proposte avanzate dalle associazioni per affrontarla nel solco della democrazia e dei diritti civili. E questo perché secondo tale denuncia sarebbero sempre di più le persone che si vedono negare una casa in affitto perché sono straniere, perché la loro pelle ha un colore diverso dal nostro o perché portano il velo, anche se sono in possesso di un buon contratto di lavoro a tempo indeterminato.“Dice non vuole stranieri […]“Ma io sono nato e cresciuto in Italia! Parlo meglio italiano di te, ho una laurea a differenza tua”, ma niente… siamo stati a discutere finché non sono venute fuori veramente le condizioni: “Il problema è che tu non sei bianco, non sei italiano bianco”.
«La domanda cresce, mentre l’offerta diminuisce, in uno scenario dove si stima però che vi siano circa 50.000 alloggi vuoti nella città di Torino. – scrive la rete di cui fa parte anche Giustino Scotto, ex funzionario delle Politiche sociali e della Casa per il Comune di Ciriè per decenni ed ora in pensione – – Non si tratta di un fenomeno emergenziale, bensì di una problematica strutturale della nostra società. Di fronte a tale problematica, dopo la denuncia dell’Associazione Fanon, oltre 20 associazioni si sono riunione nella Rete Militante e Antirazzista per l’Abitare.Questo fenomeno naturalmente colpisce tutta la popolazione con difficoltà socio-economiche. Tuttavia negli ultimi anni stiamo assistendo ad un aumento degli episodi di discriminazione su base razziale. Dall’altra parte, il rovescio della medaglia è l’aumento dello sfruttamento e del caporalato abitativo, rispetto a persone che diventano vulnerabili in quanto riescono sempre meno a far valere i propri diritti nell’ambito della legalità». Il tutto in un quadro in cui si rivela che nel periodo gennaio – dicembre 2022, a Torino, l’acutizzazione dell’emergenza abitativa si presenta con un aumento del 233,05% (sfratti per finita locazione: 180; sfratti per morosità: 1887; sfratti eseguiti: 2761, richieste di esecuzioni: 5223).
Di seguito i punti delle proposte avanzate al Comune e le sigle firmatarie.
1. promuovere una campagna culturale per mettere al corrente la popolazione della discriminazione rispetto all’abitare, utile a rafforzare la consapevolezza delle buone pratiche già in essere e delle sopracitate misure che l’amministrazione intende mettere in atto;
2. monitorare e sanzionare forme di discriminazione rispetto all’abitare, sia quelle portate avanti da parte delle agenzie immobiliari che dei singoli proprietari;
3. uniformare gli indirizzi di residenza fittizia in modo da non fare discriminazioni nell’accesso ai servizi dai diversi utenti;
4. pianificare le più opportune strategie per la messa a disposizione degli alloggi sfitti (privati, pubblici e religiosi), a seguito di un monitoraggio delle risorse abitative, con l’utilizzo delle banche dati sia delle utenze (luce, gas, acqua) che dei dati catastali e/o delle concessioni edilizie (in particolare le convenzionate) per la verifica delle proprietà.
5. contrastare il vuoto abitativo a livello del patrimonio pubblico, delle case popolari, dell’edilizia convenzionata, nonché del mercato privato, anche attivando strumenti di esproprio.
6. limitare le piattaforme di housing (AirBnb, booking, home away, affitti brevi) con licenze che definiscano un limite massimo di case affittate per condominio e quartiere (come in Portogallo e a Firenze), oppure limitino l’affitto solo a una camera in condivisione (New York);
7. incentivare con adeguato sostegno economico i soggetti disponibili a locare a nuclei in condizioni di disagio socio-economico (attestazione ISEE nei limiti stabiliti);
8. mettere in atto strumenti di controllo e calmierazione degli affitti;
9. potenziare e pubblicizzare maggiormente i sistemi di garanzia pubblici come per esempio Lo. Ca. Re;
10. promuovere partnership pubblico-privato con assicurazioni che, a fronte di garanzia di incentivi economici, tutelino maggiormente i proprietari per morosità e danni;
11. fare un accompagnamento sociale del conduttore (es. regole del condominio, gestione finanziaria dell’abitare), ma anche del locatore (contratti di locazione). L’accompagnamento deve essere rivolto sia agli stranieri che agli italiani;
12. trovare, unitamente al mondo del Terzo Settore, nuove modalità per dare risposte utili al bisogno abitativo, in particolar modo in riferimento alle cosiddette “fasce grigie”, utilizzando metodologie di autorecupero e/o autocostruzione;
13. prevedere, nell’ambito degli interventi edilizi “convenzionati”, quote di alloggi disponibili da assegnare a nuclei aventi requisiti d’accesso all’ERPS (case popolari e emergenza abitativa);
14. attivare meccanismo di sostegno socio-economico alle fasce più deboli (es. politiche attive del lavoro, sussidi sociali, facilitazione di accesso ai servizi, etc.) al fine di rendere effettivo il diritto all’abitare;
15. revocare i bandi di alienazione degli immobili pubblici in corso e bloccare quelli previsti in futuro;
16. interloquire con la prefettura per modificare le attuali direttive e non revocare l’accoglienza ai richiedenti asilo e detentori di protezione internazionale che superano le soglie di reddito definite dall’importo dell’assegno sociale, prevedendo una maggiore flessibilità e proporzionalità rispetto alle specifiche situazioni, nonché dando un maggiore preavviso di revoca dell’accoglienza di almeno due mesi;
17. fare pressione perché la Regione dia attuazione alla legge che obbliga ad installare i contatori dell’acqua in ogni abitazione. Il problema delle enormi e sproporzionate spese dell’acqua è spesso causa di sfratti;
18. costruire uno spazio di confronto non ideologico sulle occupazioni abitative di spazi
abbandonati per stato di necessità, valutando i costi e benefici delle soluzioni attuate in
situazioni passate, al fine di identificare le modalità di gestione più appropriata di tali fenomeni.
Promotori
1. Associazione Frantz Fanon
2. Associazione Arteria
3. Associazione Almaterra
4. Circolo Arci Magazzino sul Po’
5. Volere la Luna
Firmatari all’interno della rete
6. Acmos
7. Algoritmo Associates
8. Altrimodi
9. Arcigay Torino
10. Articolo 10
11. ASGI
12. Associazione Casematte
13. Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (A.M.M.I.) – ETS
14. Associazione Paìs
15. Associazione Speranza
16. Associazione Tampep ETS
17. Circolo Maurice GLBTQ
18. FLaica CUB