Chi si aspettava “grandi cose” dalla prossima riqualificazione dell’area ex Ipca/Interchim, resa peraltro improcrastinabile dall’arrivo dei fondi (dopo decenni d’attesa) per la bonifica e la messa in sicurezza dell’antico complesso industriale, potrebbe rimanere deluso. Non perché i suddetti interventi non siano nell’agenda dell’Amministrazione comunale, ma perché i soldi a disposizione per l’intera operazione bastano a malapena alle opere di bonifica, quelle (ancora possibili) certo irrinunciabili: quindi addio ai sogni come musei di archeologia industriale, centro eventi, parete di roccia e quant’altro. È quanto starebbe emergendo, dopo i primi sopralluoghi di amministratori e tecnici in quella che fu la fabbrica della morte, a confronto con la “realpolitik” della complessità dell’area su cui intervenire e soprattutto sulla mancanza di soldi. Un peccato, certo. Argomenti che sono stati discussi nell’apposita commissione consigliare svoltasi nei giorni scorsi a Palazzo D’Oria. Tra i delusi per il «bagno di realtà» – oltre al Pd che da sempre aveva immaginato un rilancio importante del sito – certamente il Movimento 5 Stelle, il cui consigliere Franco Silvestro dopo i sopralluoghi preliminari realizzati, di cui hanno avuto diritto tutte le forze politiche in Consiglio, si era spinto ad immaginarvi un’area adibita alle arrampicate ed una ai maxi concerti.
«Scordiamocelo – dice ora Silvestro mostrando più onestà intellettuale che polemica – e non perché vi sia il veto di qualcuno ma perché semplicemente con i fondi a disposizione, a meno chè non si abbia un’altra visione e magari si accenda un mutuo, non sarebbe possibile, quindi si abbatterà e tomberà quasi tutto, con il rischio di perderne la memoria». Prime indicazioni su un tema complesso e in una fase preliminare degli interventi in questione. Oggi ci basti sapere che dovrebbe rimanere il vecchio edificio dell’archivio Ipca e che l’area sarà finalmente sigilllata rispetto al corso d’acqua.
Infatti, si sta procedendo in questi giorni alla messa in opera dei lavori di impermeabilizzazione del canale che scorre lungo via Fucine, adiacente allo stabilimento. «Le operazioni avviate a seguito dell’asciutta del canale fanno sapere da Palazzo D’Oria – riguarderanno prevalentemente proprio l’alveo del canale, nel tratto lungo via Fucine frontistante il sito comunale dell’ex IPCA. Per permetterne il sereno e sicuro svolgimento, sono state istituite tramite apposita ordinanza alcune modifiche alla viabilità e in particolare è stato istituito il divieto di transito in via Fucine (nel tratto compreso tra Cascina Patria e l’intersezione con via Triveri/Borche) fino al 23 febbraio 2024 e comunque fino a fine lavori».
La seconda parte dell’operazione consisterà nella realizzazione di un impianto pilota volto ad individuare la tecnologia più adatta alla bonifica degli strati di sottosuolo dell’area industriale vera e propria in via definitiva. Per entrambi gli interventi sono stati stanziati circa 995.000 Euro da parte del Ministero per la Transizione Ecologica.