Il procedimento sta per essere vagliato dal gip, che dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviare
Entro la settimana prossima il gip del Tribunale di Torino deciderà in che modo trattare la storia che ha come protagonista una ragazza 25enne residente nel Ciriacese e il calciatore del Torino, Demba Seck. Lei ha denunciato il giocatore per «revenge porn». In pratica, dopo la fine della loro breve relazione, era terrorizzata che l’attaccante senegalese diffondesse dei video hard. Dei filmati girati a sua insaputa durante dei momenti di intimità.
Per questo la procura, con il pm Enzo Bucarelli, ha chiesto l’archiviazione del caso, facendo leva su una transazione economica e riservata firmata tra il calciatore e la ragazza nella scorsa primavera. Epoca nella quale la giovane del Ciriacese temeva che il reato potesse essere stato commesso, ma non sapeva se i video fossero stati effettivamente divulgati.
L’inchiesta, però, è tutt’altro che semplice. E il pubblico ministero torinese è stato anche indagato dalla procura di Milano per avere cancellato i video incriminati durante una perquisizione. Va precisato che il magistrato aveva fatto verbalizzare che quelle immagini sarebbero state eliminate perché non più utili. Saranno gli inquirenti di Milano a decidere se la sua tesi sia convincente o meno. Ma intanto il contenuto dell’inchiesta – una delle tante che riguardano il reato di revenge porn commesso tra giovani nell’ultimo periodo – sta per essere vagliato dal gip, che dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviare.
La storia della vicenda della ragazza e di Demba Seck ha fatto riaffiorare un’altra vicenda praticamente identica. Si tratta di una «tiktoker» e pure lei sostiene di essere stata filmata dal giocatore durante momenti di intimità, senza averne concesso l’autorizzazione. E ha scelto di pubblicare, mostrando volto e nome, un lungo video su TikTok. Un video dove, dietro di lei, sullo sfondo, compaiono screenshot di conversazioni su Whatsapp nelle quali non si vedono i nomi di mittente e destinatario. La «tiktoker» giura che quei messaggi, alcuni avrebbero anche un tono intimidatorio, siano stati mandati a lei dall’attaccante del Torino due anni fa, al termine di quella che sarebbe stata una breve relazione tra loro due. E, anche in questo caso, si sono scatenate le polemiche suoi social con migliaia di commenti più o meno ripetibili.
L’escalation dei casi di revenge porn è preoccupante. La polizia postale ha constatato un aumento dei casi di revenge porn pari al 78% nel 2021 rispetto al 2020. E il 2022 non prevede miglioramenti in questi termini. Tutto questo nonostante le pene siano davvero pesanti. Perché la normativa è chiara: reclusione da 1 a 6 anni e multa da 5mila a 15mila euro per chiunque «invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate».
Il revenge porn è un tema delicato che incide sul diritto fondamentale alla riservatezza, sulla sfera privata, sull’onore e la reputazione. Sono video che vanno a ledere una libertà inalienabile, quella di poter vivere serenamente e privatamente la propria sessualità