Gli ospedali di Lanzo e Cuorgnè non verranno «esternalizzati ». Lo ha fatto sapere l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, tramite il collega di giunta Maurizio Marrone che, la settimana scorsa, ha risposto a un’interrogazione sulla possibile privatizzazione dei due ospedali, gli unici dell’Asl To4 che, al momento, sono privi del pronto soccorso. Tra l’altro il punto di primo intervento di Lanzo, in questi mesi di villeggiatura e di affluenza turistica nelle Valle, sarebbe stato molto importante in appoggio a Ciriè. Ma resta comunque chiuso. La levata di scudi è stata innescata dallo studio commissionato proprio dalla Regione ad una ditta esterna, alcui mesi fa, per inquadrare il fabbisogno sanitario nell’area a nord di Torino. «Lo studio parte da dati oggettivi – ha detto in aula Marrone leggendo la comunicazione scritta di Icardi – e ha delineato possibili scenari evolutivi sui presidi ospedalieri dell’Asl To4, con particolare riguardo ai più periferici, ovvero Cuorgnè e Lanzo. Questi scenari, senza mai ipotizzare alcuna privatizzazione dei due presidi, hanno previsto ipotesi non solo di conservazione ma anche di ampliamento delle prestazioni erogate a favore del territorio in regime di sanità pubblica. Questo ampliamento di offerta, a causa dell’ormai cronica carenza di personale conclamata a livello italiano, è ipotizzata con il contributo di operatori esterni ma sempre ed esclusivamente sotto il controllo diretto dell’Asl To4 in regime di sanità pubblica».
Icardi ha sottolineato che gli scenari ipotizzati dallo studio «non sono in alcun modo vincolanti ». È oltretutto corretto sottolineare che «le attività dei due presidi ospedalieri sono in continuo potenziamento. L’impegno sugli ospedali – ha riassunto l’assessore – rimane invariato e finalizzato al consolidamento delle attività». «Ho sentito il direttore generale dell’Asl To 4 Scarpetta che mi ha assicurato riguardo ad alcuni investimenti, soprattutto per i macchinari da impiegare per nuovi servizi – analizza Tina Assalto, l’assessore alla Sanità del Comune di Lanzo – le ho comunque chiesto di venire sul territorio e incontrare gli amministratori per spiegare nel dettaglio quali sono i progetti per il futuro». Un faccia a faccia che, sicuramente, avverrà nel prossi-mo autunno quando riprenderà a correre la macchina della politica e le aziende sanitarie dovranno cercare, per l’ennesima volta, di trovare una soluzione alla cronica carenza di personale. Quella che, alla fine, non permette più di aprire i pronto soccorso nemmeno 12 ore al giorno.
«All’ex Mauriziano il pronto è stato chiuso durante la prima ondata della pandemia – ricorda l’Assalto – anche perché poi la struttura si è trasformata in un covid hospital e gran parte del personale è stato impiegato per contrastare l’emergenza».
Tra l’altro nella struttura di regione Oviglia sono attivi, da anni, dei servizi, che sono diventati il fiore all’occhiello non solo dell a sanità di zona, ma di quella piemontese. Come l’hospice che accoglie i malati terminali ed è stata una delle prime esperienze in questo campo quassi a livello nazionale raccogliendo le il giudizio più che positivo non solo del mondo dell sanità, ma anche di quello politico. E poi c’è il centro che cura i disturbi del comportamento alimentare, diventanto il punto di riferimento per centinaiai di famiglie alle prese con questi problemi. Anche perché ogni anno in Italia 102 persone su 100mila si ammalano di anoressia nervosa e 438 su 100 mila di bulimia.