Sono rimasti tutti molto scossi dalla mamma orsa JJ4 che pare abbia ucciso il runner Andrea Papi per difendere i suoi cuccioli. Così come rimaniamo ogni volta colpiti dalle notizie dell’abbattimento di cinghiali, nutrie, scoiattoli grigi, lupi, volpi, caprioli. Potremmo continuare all’infinito. Ma occorre ricordare che la maggior parte di questi animali è stata reintrodotta dall’uomo. Il progetto “Life Ursus” era finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia.
Le nutrie sono state introdotte in Italia all’inizio degli anni Venti del secolo scorso, per la prima volta in Piemonte, per la produzione di pellicce, il ben noto “castorino”. Quando il mercato di queste pellicce entrò in crisi le aziende chiusero e gli animali furono liberati in natura. Stessa sorte per lo scoiattolo grigio: è stato introdotto in Italia già dal 1948 in Piemonte. Ad oggi però si è diffuso in tutta la penisola in maniera esponenziale. Ora si scopre che questo animale costituisce un grave problema per il nostro ecosistema per diversi motivi tra cui: entra in conflitto con lo scoiattolo rosso che rischia l’estinzione, danneggia boschi e aree verdi d’Italia.
Il lupo viene costantemente demonizzato da articoli che quasi quotidianamente ci informano su qualche attacco alle greggi, o alle persone, quando sarebbe utile difendere le greggi con un’opportuna recinzione e per quanto riguarda l’attacco alle persone, è risaputo (lo dicono le statistiche) che il lupo non attacca l’uomo. Per quanto riguarda il cinghiale, in tutta Italia la loro presenza è frutto della discendenza di animali introdotti dai paesi dell’est europeo nel dopoguerra oppure generati dall’ibridazione causata dall’accoppiamento con i maiali lasciati allo stato brado. È di questi giorni la notizia che nel comune di Agliè in provincia di Torino verranno adottati dei falchi per dichiarare guerra ai piccioni. Per sterminare i colombi il Comune di Agliè si è rivolto a una ditta specializzata in falconeria. Gli stessi falchi, emblema di libertà, nella falconeria sono costretti a vivere tutta la vita in cattività, privati della loro libertà. Un esempio, questo, che dimostra come il genere umano usi le altre specie a suo piacimento, spesso contro ogni logica.
E per finire questa carrellata, come non parlare dell’emendamento soprannominato “caccia selvaggia”, ora legge di Bilancio, che consentirà la caccia selvaggia in parchi, aree protette e zone urbane. Un atto scellerato che mette a rischio animali e cittadini e che va contro l’articolo 9 della Costituzione. Quando queste specie diventano scomode, c’è una sola soluzione: ucciderle. Spesso con metodi che rasentano la perversione. Inoltre, la caccia ottiene risultati opposti a quelli sperati. Lo dimostrano numerosi studi e i recentuazione dati forniti dall’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): da anni l’emergenza cinghiali si contrasta affidandosi quasi soltanto a doppiette e carabine, ma la si è tutt’altro che migliorata.
In tutto questo triste quadro noi vediamo una mentalità antropocentrica con il creato da depredare a uso e consumo della razza umana. In poche migliati ia di anni ci siamo appropriati di più di un terzo delle terre emerse, occupandole con città, campi e i pascoli. Stiamo entrando nella sesta estinzione di massa del mondo, la prima a essere caudell’area sata da una sola specie: l’uomo. Dovremmo cercare di convivere con la fauna selvatica anziché abbatterla. Le altre specie cnon sono nemici da combattere con ogni mezzo, convivono con noi sul pianeta e fanno parte, come noi, di una stessa Natura che ci ha generato.