di Toni Farina*
(*Ata-ex consigliere del Parco Nazionale del Gran Paradiso)
Martedì 21 marzo è terminato ufficialmente un altro inverno “anomalo”. Come tutti gli anni, nel giorno dell’equinozio non ho potuto fare a meno di pensare al libro di Rachel Carson, intitolato appunto “Primavera silenziosa” (Silent spring). Pur conoscendolo non l’ho mai letto e non credo che lo leggerò: già il titolo mi spaventa. Titolo inquietante, terrificante: la primavera, stagione del risveglio, senza il canto degli uccelli. Questo paventava il libro di Rachel Carson.
La biologa statunitense individuava quale causa principale l’intenso uso di fitofarmaci in agricoltura che minacciando la vita degli insetti interrompeva la catena alimentare. In particolare, individuava nell’uso del DDT una pesante minaccia anche per la salute umana. Il libro ebbe un grande successo, ponendo le basi per una maggior coscienza ambientale. Ciò nonostante, e forse anche per questo, Carson fu pesantemente derisa e minacciata dalle potenti lobby dell’industria chimica. Il suo impegno venne comunque premiato: nel 1972 il DDT fu bandito negli Stati Uniti, ma Rachel Carson morì prima di vedere approvata la legge che ne vietava l’uso.
È trascorso mezzo secolo, la sensibilità sui temi ambientali è ormai una realtà globale, tuttavia la situazione non è granché mutata considerato che oggi molti scienziati parlano di “sesta estinzione di massa” degli esseri viventi sulla Terra. Estinzione che in questo caso coinvolgerebbe anche la specie che ne è artefice: Homo sapiens. Un grido di allarme che, ancora una volta, vede nella rarefazione degli insetti il sintomo principale.
Chi legge potrà provare sollievo pensando a mosche e zanzare, ma la realtà come spesso capita è più complessa. Perché quelle piccole creature, perlopiù ignorate o vituperate, schiacciate dai nostri piedi e scacciate dalle nostre case, sono in realtà fondamentali per il mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi. Fondamentali nell’immediato per la vita degli uccelli, in particolare delle specie che di insetti si nutrono.
È illuminante a tal proposito il documento redatto nel 2020 dalla Rete Rurale Nazionale e coordinato dalla LIPU. Un report che restituisce lo stato di salute gli uccelli più comuni nelle zone agricole italiane (progetto Farmland Bird index). Dopo 12 anni di indagini i risultati indicano uno stato di crisi generalizzato degli ambienti agricoli. Una situazione allarmante che coinvolge sia le estese monocolture della Pianura Padana, sia le zone collinari dominate da vigneti e oliveti. Non sono esentanti neppure i pascoli montani, dove si riscontra una situazione estremamente negativa per la biodiversità. Tra fattori più importanti del declino si individua l’agricoltura industrializzata sempre più intensiva che riduce gli habitat, i siti di rifugio e nidificazione. Non è quindi l’agricoltura in sé “incriminata”, ma un certo tipi di pratiche agricole. Anzi, proprio le pratiche tradizionali sono (erano) congegnali alla vita di molte specie. Un esempio sono i prati stabili, ricchi di biodiversità vegetale, ma divenuti sempre più rari e sostituiti da coltivazioni intensive.
Allodole, rondini, cardellini e passeri, specie un tempo molto comuni, hanno visto le loro popolazioni più che dimezzarsi tra il 2000 e il 2020. Il torcicollo, nello stesso periodo, ha registrato un declino del 68%, il calandro del 70% e l’averla piccola del 65%. Tutte specie insettivore.
Fece scalpore e destò curiosità tempo fa una notizia che arrivava dalla Germania: i cittadini tedeschi stavano notando una sempre minor presenza di insetti spiaccicati sui parabrezza delle auto.
Un’immagine assai poco suggestiva e forse anche per questo scomparve quasi subito dall’attenzione per essere relegata nei magazine scientifici. Rivolto al grande pubblico e, come accaduto a suo tempo al libro di Rachel Carson segnato da grande successo, è invece il recente “Terra silenziosa (sottotitolo “Scongiurare l’apocalisse degli insetti)”. Autore Dave Goulson, entomologo britannico, professore di biologia presso l’Università del Sussex che ha fatto della lotta alla rarefazione degli insetti lo scopo principale del suo lavoro. Nel suo libro è ancora il silenzio l’allarmante prospettiva. Chissà, forse mi farò coraggio e lo leggerò.
In attesa del ritorno delle rondini…