Nel primo pomeriggio di giovedì 30 marzo una ventina di migranti, in arrivo dalla Sicilia, sono finiti a Rocca Canavese. Il bus sul quale viaggiavano li ha fatti scendere in piazza Osella dove, però, nessuno li stava attendendo. «Siamo immediatamente intervenuti per gestire la situazione, assistere e ristorare queste persone», fa sapere il sindaco Alessandro Lajolo che si è occupato, insieme ad alcuni volontari, di gestire l’imprevisto.
All’Amministrazione comunale non era arrivata alcuna comunicazione in merito. Solo dopo alcune ore la situazione è tornata alla normalità. «Grazie alla Croce Rossa di Susa, alla Prefettura e al personale dei centri di accoglienza per l’immediato intervento di recupero degli ospiti a loro destinati>, aggiunge il primo cittadino sui canali social. Dei 26 migranti arrivati a Rocca, solo 5 erano effettivamente attesi in paese e sono stati presi in carico da una cooperativa locale. Tre sono stati portati a Bussoleno mentre gli altri sono stati destinati a Torino. «Ero pronto ad aprire le porte della palestra ed organizzare loro una sistemazione per la notte. A Rocca nessuno deve rimanere indietro. Alcuni erano scalzi, altri in ciabatte. Ripeto non eravamo stati avvisati e non siamo preparati per queste emergenze, ma siamo una comunità unita operosa e collaborativa». «Ringrazio la Prefettura, la Protezione civile e la Croce Rossa – dice Lajolo – ma l’episodio di oggi fa riflettere sul fatto che l’emergenza migranti è un’emergenza che non si limita alle coste siciliane ma che riguarda tutto il paese. Per me non esistono migranti ma persone spaventate da aiutare, che spesso hanno storie terribili alle spalle. Queste persone hanno una dignità come c’è l’abbiamo noi e questa va garantita. Noi vogliamo aiutarli, ma le istituzioni devono metterci in condizione di farlo. Io ero già pronto a mettere questi ragazzi nella nostra palestra, magari recuperando delle brandine facendo conto sull’aiuto della squadra di protezione civile di Rocca Canavese di cui faccio anche parte da anni come volontario».