Dopo il pluripremiato La Fabbrica del Sogno, film realizzato a Ciriè nel 2018-2019 nell’ambito del Cinema per la Scuola – Visioni Fuori Luogo, il regista e autore Max Chicco torna con un progetto creativo formativo dal titolo “Il Lago Incantato” nell’ambito del bando scuole “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione”, che coinvolge una fitta rete di enti e istituzioni scolastiche del territorio della Valle di Lanzo.
Presentato a maggio al Liceo Cavour di Torino, coinvolto come successe con il Fermi di Ciriè ei suoi studenti/attori in “prima persona” nel progetto, l’idea è quella di raccontare la storia dell’Amiantifera di Balangero. Il format, ormai consolidato da parte del regista torinese, prevede la costruzione di una storia di pura fiction con uno snodo narrativo di storie, eventi e momenti rlegati alla realtà ed alla storia.
Come per la volta scorsa in cui la fabbrica Ipca di Ciriè, “la fabbrica della morte”, era al centro di un giallo, ora l’Amiantifera e il suo lago sono i co-protagonisti di un incalzante thriller. «Il tema proposto e la rete di enti coinvolti hanno permesso al Liceo Classico e Musicale Cavour di vincere il bando e aggiudicarsi il relativo budget – conferma Chicco – per realizzare un progetto “molto ambizioso, questo grazie anche alla società di bonifica RSA che ha subito sostenuto il progetto e con l’aiuto delle professoresse Silvia Uggetti e Giuliana Besso del Liceo redigere il progetto che ha coinvolto una serie di partner ed enti: Meibilab, Novarolfilm, Università di Leeds, Unione Montana di Comuni delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, Piemonte Movie, Cinedehors, Film Commission Torino Piemonte, Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte».
E il territorio? «Il Comune di Balangero e quello di Corio – aggiunge il regista -hanno dato il patrocinio e ci sosteranno mettendo a disposizione location, le scuole dell territorio saranno coinvolte attraverso una serie di lezioni di Cinema tenute dal critico Umberto Mosca e dalla proiezione del Lago Incantato. Un momento in cui i ragazzi che hanno realizzato il progetto incontreranno altri ragazzi che vedranno in anteprima il prodotto. Da alcune settimane al Liceo Cavour è stato costruito un set in cui i ragazzi impareranno lo storytelling. A giugno tutti si trasferiranno a Balangero per le riprese. Durante il mio primo incontro con il Sindaco Franco Romeo, ho trovato subito un’ottima intesa. Credo infatti che Balangero abbia bisogno di raccontare il dramma e cercare con questo di esorcizzarlo. Penso che Il Lago Incantato possa essere utile a questo scopo. Il mio lavoro, il progetto con le
scuole va verso quella direzione». Il Risveglio, mediapartner del progetto, ne seguirà le tappe.
All’ombra dell’ex miniera d’amianto a cielo aperto più grande d’europa si costitutirà così un campus formativo-creativo immersivo, una troupe di professionisti lavorerà per dieci giorni con i ragazzi divisi in gruppi con un planning serrato. La sceneggiatura scritta a sei mani dallo stesso regista con Gigi Colasanto e Stefano D’Antuono ripercorrerà parte della storia di Balangero negli anni ottanta e mescolerà momenti “leggeri” con momenti tragici ponendo l’accento su come l’amianto ha cambiato il tessuto economico e sociale della città di Balangero e Corio. Il mini serial sarà poi proiettato in una versione più cinematografica al Cinema Massimo e in una serie di sale del Piemonte oltre ad avere una
distribuzione sulle piattaforme Amazon Prime e Apple Tv nel 2024. Nei prossimi mesi sarà on line sul sito www.meibilab.it il racconto del progetto in tutte le sue tappe.
Cosa racconterà Il Lago Incantato?
«Il progetto sarà un mini serial di sei puntate da otto minuti a puntata – spiega ancora Chicco -una storia di ricordi, memoria e suspense. Si dipanerà nell’arco di trent’anni e porterà alla luce un mistero che aleggia sulla montagna. L’obiettivo è quello di raccontare l’amianto, il suo pericolo ma anche e soprattutto come esso possa essere gestito. Anni di lavoro ed interventi ambientali hanno permesso di
riportare una zona abbandonata e contaminata, ad essere gestita con grande attenzione e con
l’obiettivo futuro di restituirla, bonificata, alla comunità».
L’idea è quella di mostrare attraverso i personaggi del serial quale lavoro è stato fatto sulla
montagna. «Ho fatto molti sopralluoghi e credo che il pubblico debba conoscere. In questo tipo di
progetto scelgo la fiction perché è un modo per avvicinare un pubblico giovane, ma allo stesso
tempo posso far passare concetti importanti che forse un classico documentario non avrebbe tale
la forza narrativa», conclude Chicco.
«Tra le priorità di R.S.A. S.r.l, come anche citato nell’ art. 5 del nostro statuto societario, vi è la promozione e lo sviluppo di studi e progetti finalizzati a potenziare la realtà economica e culturale dell’area. L’intensa attività estrattiva dell’epoca ha segnato profondamente tutta l’area ed il suo tessuto sociale; le attuali grandi opere di bonifica rappresentano un importante segnale di tutela e recupero del nostro territorio, per questa ragione i progetti culturali, di valore, rappresentano uno strumento fondamentale di narrazione, in quanto capaci di stabilire un forte legame tra la collettività e il suo territorio» ha dichiarato a riguardo Giovanni Battista Poma, Presidente di Rsa.