di Toni Farina
I primi segnali già si scorgono. E verrà un tempo in cui si andrà da una valle all’altra delle Alpi su comode funivie. Riscaldate d’inverno e rinfrescate d’estate, e dotate di ampie vetrate tali da consentire di osservare il panorama. Non mancherà una colonna sonora adatta al contesto, un valzerino viennese accordato con l’oscillazione del mezzo dovuta al passaggio dei tralicci.
In giornata dal Colle di Cadibona a Trieste.
Utopie? La tecnologia lo permette, siamo andati sulla luna e ci accingiamo a tornarci.
Distopie? Così parrebbe a vedere l’impegno profuso da un comitato che in Ossola ha contrastato il progetto di collegamento funiviario fra l’area sciistica dell’Alpe Ciamporino e l’Alpe Devero, pregiata zona di pascolo in buona parte coincidente con il territorio dell’omonimo parco naturale. Un’area protetta assai nota e apprezzata, come dimostrano le oltre 100.000 firme raccolte dal comitato “Salviamo l’Alpe Devero”.
“Avvicinare le montagne”: questo l’immaginifico nome del progetto, che tuttavia proprio di recente, dopo anni di polemiche e contrasti è stato ritirato dai promotori, vista anche l’incompatibilità con le norme europee di tutela derivanti dalla Direttiva “Habitat” emanata a tutela della biodiversità. La notizia ha avuto risalto soprattutto in Lombardia: per ragioni geografiche e logistiche l’Ossola vede una maggior presenza di cittadini lombardi (a Verbania, all’ingresso dell’autostrada, i cartelli stradali indicano Milano e non Torino).
Distopie anche secondo un altro comitato che in Valle d’Aosta si oppone al collegamento funiviario fra Cervinia e Champoluc (Valtournanche e Val d’Ayas) che, se realizzato, andrebbe a deturpare l’integro Vallone delle Cime Bianche, l’ultima area ancora priva di impianti sciistici intorno al Monte Rosa.
Anche in questo caso norme europee si frappongono all’opera. Ma, al di là delle norme di tutela ambientale, il nodo di fondo che divide sostenitori e oppositori di tali collegamenti è ben altro e riguarda le prospettive, il futuro della montagna. Le Alpi in particolare, area di natura e paesaggio nel cuore dell’Europa e, per tale ragione questo, questione continentale, che riguarda insieme popolazioni locali e cittadini, abitanti e fruitori.
Le Alpi con le loro diversità storiche e la loro bio-diversità, entrambe da preservare come valore in sé. Per questo il valdostano Vallone delle Cime Bianche e l’ossolana Alpe Devero hanno assunto connotati simbolici. La montagna luna park e la montagna preservata, turisticamente “allontanata”, ma dotata di servizi essenziali e dove la vita degli abitanti convive e si armonizza con l’ambiente.
Due diverse visioni, difficilmente compatibili. Un confronto quanto mai attuale nel quale un terzo soggetto dal nome tecnico “climate change” inevitabilmente dirà la sua. Impossibile non farci i conti.
In pianura, ma soprattutto in montagna.