di Toni Farina*
Sono trascorsi tre anni dall’arrivo del Giro d’Italia al Lago del Serrù, a 2300 metri di quota in alta Valle Orco: nel cuore del Parco nazionale Gran Paradiso. L’evento suscitò vivaci polemiche grazie alla presa di posizione contraria dello scrivente che, in qualità di consigliere dell’ente di gestione del parco, giudicava l’evento, essenzialmente sportivo, troppo invasivo e, soprattutto, non coerente con le finalità di un’area protetta.
Sono trascorsi tre anni e domenica 22 maggio la corsa rosa ritorna in una valle del parco. Per par condicio si va ora in Valle d’Aosta, in Valle di Cogne, tappa “Rivarolo-Cogne”. In una valle del parco, ma non nel parco: inizialmente previsto a Valnontey, e quindi all’interno dell’area protetta, l’arrivo è poi stato spostato a Lillaz, località esterna. Non ci è dato sapere se la scelta sia stata logistica, oppure dovuta a un ravvedimento, in ogni caso è una scelta congrua (in ogni caso Valnontey e il Lago del Serrù sono situazioni ben diverse, non paragonabili in quanto a impatto ambientale di un evento sportivo).
Sono trascorsi tre anni e domenica 19 giugno, per la prima volta, la Sp 50, ovvero strada del Colle del Nivolet, sarà interdetta al traffico motoristico a Ceresole Reale, lasciando in esclusiva il tracciato a pedoni e biciclette. Biking GAL è il nome della manifestazione, in quanto organizzata appunto dal GAL (Gruppo di Azione Locale) Valli del Canavese. E non si tratterà di un evento sportivo, ma cicloturistico. Non sarà il primo arrivato a vincere, ma l’ambiente del parco. Una delle sue zone più belle e problematiche.
Tra i promotori dell’evento c’è Paola Gianotti, nota pedalatrice, che da anni si batte per un maggior rispetto dei ciclisti nel Bel Paese. Tre anni, e una pandemia, dunque. Ma infine si giunge a un risultato inseguito da decenni da quanti, ciclisti e non, hanno a cuore quel luogo meraviglioso a 2600 metri di quota tra Valle dell’Orco e Valsavarenche, tra i versanti piemontese e valdostano del parco. Unico agevole varco tra le due regioni all’interno dell’area protetta. In realtà, un risultato molto parziale, considerando che la strada sarà chiusa ai motori solo mezza giornata e, soprattutto, considerando che i pedalatori dovranno scendere con la strada aperta ad auto e moto.
Che dire? Da un lato si è sfatato un tabù, quasi un miracolo per chi, come lo scrivente, ha fatto del “Nivolet-engine free” il suo maggior impegno nel consiglio dell’ente gestore del parco. Dall’altro lato la montagna ha partorito il classico topolino. Ma tant’è. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? A ciascuno il giudizio, di questi tempi anche una notizia timidamente positiva ha un valore.
Caso vuole che proprio quest’anno, in cui si celebra il centenario del parco, scada l’accordo quinquennale fra enti (Parco nazionale Gran Paradiso, Comune di Ceresole, Città Metropolitana, Regione Valle d’Aosta) per la gestione della strada, che ha previsto negli ultimi anni la chiusura al traffico motoristico al Lago del Serrù per otto domeniche estive. Seppur con ritardo (gli eventi del centenario hanno avuto la comprensibile priorità), sono avviate le operazioni per il nuovo accordo che stabilirà la gestione della strada per i prossimi anni. A questo accordo è affidata la condizione ambientale della zona del Nivolet in futuro, all’esordio dei prossimi 100 anni del parco. Quel luogo così iconico potrebbe diventare un vero laboratorio di sostenibilità, di gestione dei flussi turistici davvero innovativo che coinvolga tutta la valle e oltre. Di contro ci si potrebbe limitare a una operazione di timida logistica locale. In tal caso la montagna avrà partorito l’ennesimo topolino.
L’evento di domenica 19 giugno potrà, nel suo piccolo, fornire interessanti indicazioni.
Info sul programma e iscrizioni alla pagina: https://www.bikinggal.eu/gran-paradiso/
Altre info: https://www.turismoceresolereale.it/it-it/vivi/appuntamenti/biking-gal-gran-paradiso-83597-1-7c6f0de207dc0ade718220a0cbfce4e7
*Consigliere Parco Nazionale del Gran Paradiso