di Toni Farina*
I corsi d’acqua sono corsi “di vita” (l’acqua è vita). In gergo tecnico si tratta di corridoi ecologici. Necessari (necessari!) a consentire gli spostamenti e quindi lo scambio genetico, l’arricchimento genetico, delle specie, animali e vegetali. Garantire la loro sopravvivenza, insomma. Allo stesso tempo i corsi d’acqua, fiumi, torrenti o semplici ruscelli, sono, o potrebbero essere, corridoi privilegiati di transito anche per la specie Homo sapiens, in versione camminatore o pedalatore (sono bandite altre versioni, non più sostenibili).
Ed è in versione camminatore che giovedì 10 marzo, pomeriggio, un nutrito gruppo di esponenti della specie Homo sapiens, sottospecie “cammina- tore”, soci del Cai di Ciriè, hanno scelto il corridoio del Torrente Malone per “collaudare” un possibile percorso ad anello sulle due rive del torrente natio alle falde del Monte Angiolino.
Un anello di 9 chilometri fra Front e la frazione Grange. Un’iniziativa oltremodo meritevole che, tra l’altro, ha preceduto l’incontro tenutosi il giorno dopo, venerdì 11 marzo, sempre in quel di Front, fra esponenti dell’Ata (Associazione Tutela Ambiente) e amministratori dei comuni di Front e Rivarossa (presenti i due sindaci, Andrea Perino ed Enrico Vallino). Nell’incontro si sono esaminate le possibilità di realizzare lungo l’asta del Malone percorsi ciclo-pedonali e interventi di ripristino naturalistico quali “compensazioni” alla prevista realizzazione della varian- te stradale alla Sp 460 che collegherà Lombardore a Front sulla sinistra del torrente Malone.
Possibilità concrete che sfrutterebbero tracciati già in parte esistenti e sorgive non ancora compromesse. L’idea è quella di un collegamento al sistema di sentieri dell’alta valle recuperati dai volontari dell’Associazione Sentieri Alta Val Malone e ai sentieri della Riserva naturale della Vauda (l’anello “collaudato” interessa per un tratto un settore periferico della riserva).
Ma torniamo all’incipit, ai corsi d’acqua-corsi di vita. Seguendo l’esempio che giunge da oltr’alpe, anche nelle contrade nostrane incominciano a manifestarsi progetti di recupero delle rive di fiumi e torrenti finalizzati a restituirli alle comunità rivierasche, quali luoghi adatti a un outdoor nel senso più vero del termine.
In molti casi si tratta di vere sfide, considerato il diffuso
degrado delle zone riparie: corsi d’acqua ridotti a terra di nessuno, discariche di variopinti rifiuti.
La Stura di Lanzo tuttavia insegna: il successo di progetti quale Corona Verde è validato dal notevole numero di cittadini che, camminando o pedalando, apprezzano un ambiente gradevole praticamente sull’uscio di casa.
Si tratta di qualità della vita. Per la specie Homo sapiens, muoversi in ambiente naturale è occasione di arricchimento genetico e soprattutto intellettuale. La specie in questione ne ha davvero bisogno.
(*ATA-Associazione Tutela Ambientale)