Guerra in Ucraina, corsa alla solidarietà e polemiche (anche locali) tra Pd e Lega
Irritazione dal Carroccio, che ribadisce: «La Lega condanna la guerra, l’invasione, l’aggressione e la violenza»
“Sindaco, come mai negli ultimi 8 anni non ha fatto manifestazioni per i Russi massacrati nel Donbass dai nazisti insediati in Ucraina dal 2014? Come mai nessuna parola per il massacro di Odessa? State a casa che ci fate più figura..” È solo una, e tra le più educate, delle contestazioni che il sindaco di Venaria Fabio Giulivi, la cui elezione fu supportatata da Salvini, ha ricevuto in questi giorni da decine di suoi cittadini, molti dei quali suoi elettori. Si perchè, sarà anche solo una coincidenza, come successo con i vaccini, ma la polarizzazione tra una certa destra, diciamo sovranista, e le simpatie per Putin parrebbe evidente anche in questa nuova e ancor più tragica emergenza quale è la guerra.
Il giovane e intraprendente sindaco della Reale sconta le sue appassionate dichiarazioni nell’annunciare per l’altra sera (giovedì 1 marzo) una manifestazione – bella e riuscita e con cui ha chiuso la polemica – di solidarietà al popolo ucraino e le critiche al presidente della Confederazione Russa che ha gettato anche l’Europa, e forse il mondo intero, nell’incubo spaventoso di una guerra.
«Sicuramente le manifestazioni non saranno sufficienti a fermare la follia del leader russo – ha scritto Giulivi – ma la nostra Comunità farà la sua parte per far sentire il proprio dissenso e la vicinanza al popolo ucraino (…)». Apriti cielo: «Follia del leader russo? Ma come si fa a pensare che la Russia avrebbe permesso alla Nato di espandersi fino ai suoi confini? Non facciamo ammiccamenti ai miliardari delle multinazionali occidentali », alcune risposte.
Poi c’è anche però chi pur nell’allineamento contro Putin ricorda al sindaco – che è persona seria e franca – le ambiguità sull’argomento della destra in Italia e dei suoi leader, che definire fino a poco tempo fa simpatizzanti putiniani quasi della prima ora è un eufemismo; e che nel farlo rammenta anche che la coerenza in politica dovrebbe essere un po’ come essere contrari alla guerra e ai suoi “signori”, tutti. A prescindere.
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