«Ho sempre pensato che fossimo stati creati apposta come esseri pensanti capaci di sintetizzare cose nuove soltanto partendo da un pensiero generato dall’intuito. È così che sono nate le migliori scoperte e di conseguenza i più grandi maestri che abbiamo avuto nel tempo. Un pensiero può nascere esclusivamente da un soggetto e divenire poi un pensiero collettivo. Il conformismo deriva da un’influenza che può essere di vario tipo ma se ci pensiamo esiste da sempre perché ci siamo adattati o siamo arrivati a pensare cose che hanno pensato altre persone e a cui normalmente noi non avremmo pensato. Spesso mi fermo ad analizzare i processi per la tendenza a perdermi e questo era per me anche un desiderio.
Sherif studiò come il pensiero può variare a seconda delle diverse condizioni, giungendo alla conclusione che nei gruppi vi è una conversione verso un punto comune e che generalmente le norme di gruppo sono più forti di quelle individuali. La minoranza non convince con il numero o con lo status, bensì con le argomentazioni e i significati. Quando quest’ultima vince sulla mia idea di partenza, vuol dire che vi è stato un convincimento più profondo e vero e non dato dai modelli di persuasione attuati. La coerenza per Festinger e Heider era la motivazione principale che spinge l’uomo a comportarsi in un certo modo. Questo fa capire quanto l’uomo più o meno consapevolmente ricerchi ogni giorno un senso nella vita.
Io quando studio voglio capire perché lo sto facendo e mi perdo a cercare tutte le interviste e i video di anni passati cercando dei collegamenti che possano rendere vivi questi argomenti.
È questo anche studiando l’unità motoria con i suoi motoneuroni e nello specifico la Sla. Mi sono chiesta come si sente una persona malata di Sla? E se un domani fossi io al suo posto. Intanto mi soffermo su quanto sia importante il pensiero perché è tramite esso che un malato di Sla vive e ancora concepisce il mondo seppur non nella stessa maniera di prima.
È completamente paralizzato eppure tramite potenti e innovativi mezzi tecnologici – che l’uomo , attraverso il Pensiero ha inventato – egli ha ancora una voce seppur non possa parlare. E cosa dice Lascio rispondere a lui…»
Il video è disponibile su m.youtube. com/watch?v=BfOAQMmRXcE& fe ature=shar (www.ohga.it)
(Chiara Bartolini, studentessa ciriacese di Scienze Motorie)
«Come da molti anni a questa parte, anche per il 2022 l’Istituto Superiore Federico Albert ha partecipato all’iniziativa “Arance della Salute” dell’Airc che consiste nella vendita delle arance a scopo di beneficenza per finanziare la ricerca contro il cancro. L’Airc è una fondazione senza fini di lucro, che promuove raccolte di fondi, da destinare alla ricerca sul cancro, e la diffusione di conoscenze e informazioni, soprattutto tra i propri associati, sullo stato della ricerca, sui suoi progressi e sui corretti stili di vita per prevenire la malattia. Fin da novembre all’Albert vengono raccolte le adesioni dei singoli allievi e docenti e delle classi. Da domani, venerdì 28 gennaio, in concomitanza con l’iniziativa in molte piazze d’Italia, le reticelle verranno distribuite nelle aule dell’Albert a cura della 4A Scienze Umane coordinata dalla professoressa Annarita Napodano. Circa 124 le reticelle di arance prenotate, 36 le confezioni di marmellata e 79 i barattoli di miele, per un totale di 1.800 euro circa raccolti.
A distinguersi nella partecipazione le classi del Liceo Economico Sociale e le classi prime di vari indirizzi. L’adesione all’iniziativa che finanzia la ricerca è un’attività tradizionale della Scuola: già anni fa, prima della pandemia, l’istituto è stato premiato con una postazione multimediale. Alcune classi acquistano più reticelle per condividere una merenda alternativa e solidale. Questa iniziativa non è un “acquisto” qualunque ma un vera e propria donazione per aiutare la ricerca oncologica, tematica su cui si sta cercando di sensibilizzare in diversi modi all’istituto Albert dove quest’anno sono stati organizzati incontri con la Lega italiana per la lotta contro i tumori. In conclusione, noi studenti del quinto anno, ci auguriamo che i futuri allievi sappiano apprezzare anch’essi questa opportunità offerta dall’Istituto, poiché possiamo confermare che in cinque anni di istruzione, i docenti hanno saputo coinvolgere e far interessare al meglio noi ragazzi».
(Giorgia Talarico, 5B Linguistico)