L’altra domenica in un palazzo di un popoloso quartiere di Ciriè si è verificata una seria perdita di gas: cose che capitano – si dirà- che hanno al massimo rovinato la giornata di festa a tecnici dell’Italgas e vigili del fuoco e messo in una qualche e comunque di norma gestibile tensione i residenti prima del previsto ritorno alla normalità: no, è andata peggio. La fuga di gas è stata individuata proprio sotto al pavimento dell’alloggio in cui vive una donna non ancora cinquantenne, afflitta (e gravemente), nonché allettata dalla Sla.
La donna – seguita da due badanti e dal Cis è più di un anno che, invano, cerca un’altra casa, a causa delle per lei enormi barriere, la cui perniciosità si è cristallizzata in tutta la sua drammaticità ancor più dopo l’episodio succitato. Al momento dell’emergenza dell’altro giorno era sola: fruisce dell’assistenza di due badanti non “h24”, che paga insieme all’affitto con gli assegni di invalidità; è rimasta impotente, intrappolata in casa fino all’ arrivo dei vigili del fuoco che hanno poi dovuto faticare non poco per portarla fuori con la carrozzina e, naturalmente, attraverso le scale, visto che finora non si è riusciti a dotare l’abitazione nemmeno di un montascala. Che peraltro la sfortunata ciriacese non può permettersi di acquistare. Dopodichè è stata affidata alle cure dei sanitari.
Da quì l’accorato appello affinché la si aiuti a trovare al più presto una sistemazione abitativa più consone alle sue condizioni. Del caso è stato informato anche il primo cittadino di Ciriè, Loredana Devietti, che oltre ad esprimere la massima solidarietà alla persona suo malgrado protagonista della vicenda, ha promesso di verificare tutti gli elementi in capo agli enti che seguono il caso e di attivarsi, anche privatamente, nella ricerca di una casa senza barriere architettoniche da metterle a disposizione.
Facciamolo tutti. E chi può, si faccia avanti.
(Naturalmente ci si può mettere in contatto con la stessa redazione del Risveglio o presso gli organi preposti quali Comune e Ciis)