Nell’ambito dello sciopero nazionale di 24 ore del trasporto aereo indetto da FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGL Trasporto Aereo, è previsto un presidio dei lavoratori all’ingresso partenze dell’aeroporto di Caselle domani, venerdì 24 settembre, dalle ore 11 alle 13.
«Il trasporto aereo ha subito e subirà ancora per molti mesi delle gravissime ripercussioni generate dalla pandemia da coronavirus – scrivono in una nota le sigle sindacali in oggetto – insieme al turismo è senza dubbio uno dei settori produttivi più colpiti del Paese. Purtroppo, la maggior parte delle attività, in questo momento, sono ferme o operano con volumi ridotti dell’85/90% rispetto al periodo pre-Covid. L’Italia già prima della pandemia non riusciva a capitalizzare l’enorme ricchezza rappresentata dal combinato disposto del ricco mercato del Trasporto Aereo e della naturale vocazione turistica della nostra nazione per una serie di annose tematiche mai risolte. Da ormai troppo tempo le Scriventi OO.SS. richiedono inascoltate un tavolo di crisi permanete interministeriale ed una cabina di regia che abbia la finalità di garantite la tenuta sociale in un settore così pesantemente colpito e di riscrivere le regole del Settore». Seconfdo i sindacati si rendono quanto mai urgenti una serie di interventi atti a garantirne la tenuta industriale, in particolar modo con riferimento ai seguenti temi: blocco dei licenziamenti sino ad avvenuta ripresa del comparto; rivisitazione del Piano Nazionale degli aeroporti. Un timido inizio di regolazione di sistema si è avuto con il Piano del 2016. Ma l’attuale caos tariffario e di co-marketing attuato in alcuni sedimi aeroportuali, impedirebbe uno sviluppo ordinato, rispettoso delle regole e dei diritti dei lavoratori, e socialmente sostenibile di un settore che, per il Paese vale circa settanta miliardi;vertenza Alitalia/ITA: circa 8000 lavoratori in Cassa Integrazione con lo spettro del fallimento della Compagnia di bandiera in amministrazione straordinaria e con inaccettabili ritardi nel pagamento degli stipendi, e ancora nessuna azione risolutiva messa in campo dal Governo. I sindacati chiedono pertanto un Piano industriale basato sulla prospettiva di sviluppo della compagnia, il mantenimento dell’attuale perimetro e dei livelli occupazionali.
«La nuova ALITALIA – continuano – non deve essere dimensionata sulla base del mercato odierno ma deve strutturarsi con flotta, manutenzione ed Handling interni al perimetro e posseduti a maggioranza da ITA e di dimensioni adeguate per salvaguardare i livelli occupazionali e cogliere il rilancio del settore, per traghettare Alitalia in una nuova era valorizzando, non solo un’azienda sino ad oggi mortificata da scelte industriali fallimentari, ma ponendo le basi perché si possa riordinare l’intero settoree per non consegnare un importante asset strategico come il Trasporto Aereo, nelle mani di altri Paesi».
E ancora, tra diversi altri, peraltro, il nodo della vertenza Air Italy con 1450 lavoratori in Cassa integrazione in scadenza il 31 dicembre e con il rischio di essere licenziati in caso di mancato intervento del Governo «di fronte alle decisioni scellerate degli azionisti che hanno deciso di liquidare l’azienda in bonis senza alcun rispetto per i lavoratori». Le OOSS puntano poi il dito sulla necessità di scelte di tutela occupazionale, prima fra tutte la proroga della CIGS, e di natura industriale con il coinvolgimento delle Regioni interessate.