In effetti, l’ultima scorribanda è stata di quelle che lasciano il segno, devastando diversi prati tra Mathi e Balangero. In alcuni di questi vi erano colture, anche a mais, di cui non è rimasto nulla. L’ennesimo allarme, stavolta a “chilometro 0” sull’affaire cinghiali, non è di certo trascurabile ma dovrebbe anche rimandare – facendo chiarezza – alle cause di questa proliferazione ed alle gestioni del problema che si susseguono ormai da quasi trent’anni.
Hanno provato nello stesso lasso di tempo le varie associazioni di categoria interessate a risolvere, ognuno a modo proprio, il problema: coltivatori, allevatori, cacciatori; quest’ultimi poi sarebbero per gli animalisti – che oggi provano a inserirsi nel dibattito e nella stessa soluzione dei problemi ambientali (…)
L’approfondimento del tema sul giornale in edicola giovedì 16 settembre con una pagina ad hoc in cui si parla anche dell’incontro tra Il Tavolo Animali & Ambiente (che racchiude le maggiori sigle animaliste del Piemonte) ed i candidati a sindaco della città di Torino circa i loro eventuali programmi a favore di una svolta green e antispecista nella nostra società