Sulle pagine del Risveglio del 21 aprile 2016 si parlava di inaugurazioni e mostre sul tema della Resistenza ma soprattutto sul dramma, che ancora oggi crea continui dibattiti politici, delle vecchie e nuove immigrazioni, tematiche strettamente legate da un filo rosso sangue.
In particolare, sul tema dei migranti la mostra a Palazzo Barolo aperta dall’8 al 30 aprile 2016, “Binario 18”, aveva riscosso grande successo ricevendo anche il Premio Medaglia di Rappresentanza da parte del Presidente della Repubblica, oltre al patrocinio del ministero dell’Interno e della Regione.
Si parlava di un percorso espositivo, formato da più di 50 opere d’arte, organizzato dall’associazione Legal@ art in sodalizio con la Polizia di Stato, e volto alla sensibilizzazione e approfondimento dei temi legati all’immigrazione, affrontando tramite dipinti, sculture, fotografie e installazioni, il dramma dei rifugiati in fuga da guerre e povertà. Importante era stata la collaborazione di artisti celebri quali Ugo Nespolo e dell’artista-scenografo Gaspare Lombardo Castiglione.
Tra i curatori della mostra, anche l’analista Germana Tappero Merlo, una delle maggiori esperte di geopolitica mediorientale e affari internazionali, originaria di Mathi ed il direttore del Risveglio Antonello Micali. Tempo dopo, il 17 ottobre 2019, un’altra pagina del nostro giornale veniva dedicata all’illustre studiosa che andava questa volta ad analizzare il fenomeno delle radicalizzazioni del terrorismo jihadista, presenti anche nel nostro territorio e manifestatosi con i casi eclatanti di Lanzo e Ciriè. Andando a sottolineare come il maggiore fattore di rischio di tali fenomeni non fosse legato ai disperati immigrati dei barconi del Mediterraneo, come sosteneva il dibattito nazionale, ma piuttosto legato agli sbarchi “fantasma”.
Il rischio eversivo jihadista è complesso e mette radici in problematiche quali il ruolo delle donne, mogli dei combattenti, e i loro figli, traumatizzati da anni di guerra, testimoni e vittime di violenze e ricettori di educazione al jhidaismo.
Nonostante la tanta voglia da parte delle iniziative organizzate in questi anni di diffondere una cultura dell’integrazione piuttosto che dell’esclusione, partendo da una base storica che vedeva noi stessi come emigrati, ancora oggi il dibattito sull’immigrazione è più che mai accesso e vede il contrapporsi di idee contrastanti.
Proprio in questi giorni, infatti, il leader dellanLega Matteo Salvini, al quale fa eco Giorgia Meloni con la proposta di un “blocco navale”, parla di invasione e di difesa del popolo italiano dai migranti, rischiando, «irresponsabilmente, in un periodo storico così delicato, di fomentare l’odio sociale», gli rispondono gli avversari politici.
Da gennaio ad oggi i morti nel Mediterraneo sono più di 500, tra uomini, donne e tanti bambini, in fuga per la salvezza verso l’Europa: numerri triplicati rispetto al 2020. A sottolinearlo è Nicola Fratoianni, segretario nazionale della Sinistra Italiana che parla di cinica propaganda.
L’appoggio viene anche dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giovannini, che contro la linea Salvini-Meloni, dichiara la non chiusura dei porti ed il salvataggio delle persone, anche dal punto di vista sanitario, priorità umanitaria imprescindibile. La sintesi politica complessiva, tuttavia, spetta al presidente Draghi e al Governo nella sua collegialità.
Debora Catberro*