Il grande pioppo nero di Grange, il secondo più grande del Piemonte dopo quello di Trino Vercellese, non c’è più. Un albero maestoso, con fogliame, corteccia e tronco molto scuri: da qui il nome “Populus Nigra”, che lo contrappone all’altra specie autoctona di pioppo presente nelle nostre zone, ovvero il pioppo bianco. E l’importanza di questo esemplare va ben oltre le dimensione e l’età: l’importanza del pioppo nero, dunque, è anche nel genotipo, perché sarebbe a rischio di estinzione.
Francesco Gennaccaro, professore di Educazione Fisica alla scuola secondaria di primo grado “Padre Merlo Pich” di Nole, ricorda il grande albero. «Ed eccoci di nuovo qui a doverci rammaricare per un ulteriore atto di presunta superiorità dell’homo sapiens sulle altre specie viventi. Superiorità – è l’amaro sfogo dell’insegnante – che si tramuta sempre più spesso in abuso, cinismo, prepotenza, sadismo. Dicono che noi esseri umani siamo dotati di “virtute e canoscenza”: a dirlo, però, non sono altre specie di esseri viventi. Siamo sempre noi che ci autocelebriamo. Siamo gli unici dotati di parola e di “ingegno”, quindi capaci di ingannare. E come può difendersi da noi una pianta, un animale? Quali armi o strategie può adottare un albero per non farsi abbattere? Nessuna, se non la sua bellezza, la sua maestosità, la sua storia. Eppure l’essere umano non è capace di porsi limiti, neanche verso i suoi stessi simili, figuriamoci verso una pianta; la maggior parte di noi esseri umani, sapiens ma non troppo, è culturalmente dotato di “ignorante stupidità”, dote che coltiviamo con costanza e tenacia. Ed ecco che è accaduto di nuovo, un altro albero secolare è stato abbattuto sotto gli occhi indifferenti di tanti e all’insaputa di molti…» Ma procediamo con ordine…
(Il servizio completo nel giornale giovedì in edicola)