Animalisti sul piede di guerre contro la decisione della Giunta regionale piemontese di abbattere oltre 10mila ungulati presenti sul proprio territorio, seguendo il target stabilito dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
«È con grande sgomento – scrive il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU, OIPA, PRO Natura e SOS Gaia – che si apprende di tale decisione». E dire che Nei giorni scorsi le associazioni animaliste e ambientaliste avevano saputo della proposta della Prefettura di Torino di istituire una cabina di regia per affrontare il problema cinghiali, a cui si prospettava la partecipazione degli Enti e delle categorie interessate (Città Metropolitana, Enti locali, rappresentanti dei cacciatori, degli allevatori, degli agricoltori, ecc.), «senza tenere assolutamente in considerazione le associazioni animaliste e ambientaliste, soprattutto quelle che compongono il Tavolo Animali & Ambiente» – ora lamentano gli animalisti – tutte persone che da molti anni si occupano della specifica problematica e che quindi sarebbero in grado di fornire suggerimenti e proposte meritevoli di considerazione, nonostante questo Tavolo ne avesse fatto richiesta».
E proprio per affrontare la problematica e per cercare di favorire la convivenza tra l’uomo, le sue attività economiche e i cinghiali, nel giugno del 2020 il “Tavolo” aveva organizzato, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino, un convegno online a carattere nazionale dal titolo “Cinghiale, è ora di cambiare”, «a cui hanno partecipato studiosi di grande caratura, che hanno dimostrato come il loro abbattimento non solo non risolva il problema, ma addirittura ne sia la causa. Tutto il convegno è visibile sul nostro link: https://www.animaliambiente.it/convegnocinghiale2020.html
Gli stessi esperti sarebbero disponibili a partecipare alla suddetta cabina di regia, fornendo preziose indicazioni», aggiungono dal Tavolo Animali & Ambiente.
Secondo gli animalisti questa volta la soluzione degli abbattimenti paventata dalla Regione sembrebbe non soddisfare (quantomeno una parte) nemmeno gli agricoltori che hanno costituito il Co.A.A.R.P. (Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi) nel cui primo comunicato si legge: “La gestione della popolazione dell’ungulato non può essere delegata in toto A chi ha creato il problema, in quanto la specie di cinghiale ora presente sul nostro territorio è stata immessa per scopi venatori quindi, per attività ludico-ricreativa; chi pratica la caccia al cinghiale per sport solitamente non ha interesse a risolvere il problema.”
«Infine, restiamo allibiti di fronte alle dichiarazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, che ha affermato “I cinghiali sono una vera calamità come una gelata o un’alluvione” e che intende autorizzare la commercializzazione ed il consumo di carne di cinghiale, creando anche una rete di macelli autorizzati per porre in commercio quella carne, di cui c’è richiesta. Il “Tavolo Animali & Ambiente” invita pertanto le Istituzioni a cercare strategie alternative non cruente, volte a favorire la pacifica convivenza tra tutti gli esseri senzienti e l’ambiente», concludono dal sodalizio animalista.
E dopo la proposta dell’Assessore Protopapa, il Pd regionale, attraverso le parole di Monica Canalis si unisce alla sollevazione degli agricoltori: “La Regione sembra guardare al cinghiale come una risorsa, mentre oggi è più che altro un problema e servono serie progettualità di contenimento.”