A Torino si protesta contro la “propaganda sul corpo femminile” e gli sportelli antiabortisti nelle Asl: due anni fa il caso dell’Ospedale di Ciriè con soli medici obiettori
Il 28 novembre 2019 sulla prima pagina del Risveglio si parlava di diritti delle donne, proteste e di un flashmob per il diritto all’aborto. Al centro dell’attenzione l’ospedale di Ciriè dove, secondo i dati Istat disponibili, era risultata non essere stata praticata alcuna interruzione di gravidanza. La risposta, arrivata dall’ufficio stampa dell’azienda sanitaria locale, motivava tale condizione con la presenza nella struttura di soli medici obiettori. L’iniziativa mossa da tale replica aveva attirato sul posto molti cittadini vicini alla causa.
Pochi giorni fa, il 17 aprile, in piazza Castello a Torino è avvenuta un’altra manifestazione di questo tipo, questa volta contro la proposta del Piemonte di far aprire sportelli
di associazioni antiabortiste nelle Asl. Duecento persone sono scese in piazza al fine di impedire «la propaganda fatta sui corpi delle donne» e a lottare anche contro abusi, cattivi giudizi e costi eccessivi per le visite ginecologiche. Ma non è la sola iniziativa a lottare per i diritti delle donne, il giorno seguente infatti un altro flashmob, “Corsa al recovery”, è andato a contestare la triste realtà dello svantaggio femminile tramite una gara simulata che mostra come esistano ancora troppi blocchi sociali che portano le donne a stare indietro rispetto agli uomini.
Non mancano dunque i gruppi dissidenti nella nostra zona: tra questi i No TAV, come compariva già sulla prima pagina del 13 dicembre 2018. Quando si parlava della manifestazione avvenuta a Torino alla quale avevano partecipato diversi gruppi in rappresentanza del nostro territorio contribuendo a raggiungere la cifra di oltre 50mila partecipanti.Tra
gli amministratori contrari all’alta velocità l’allora sindaco di Venaria Roberto Falcone, una delegazione di giovani di Potere al Popolo del Ciriacese e Valli di Lanzo accanto ad altre sigle della sinistra radicale e il corteo allestito dagli ambientalisti ed animalisti dell’Ecovillaggio di Dreamland. I manifestanti riunitisi in questi giorni hanno invece attuato un primo corteo pacifico da San Didero, in Val Susa. Purtroppo la situazione è degenerata e un’attivista è rimasta ferita.
Debora Catberro°