di Loredana Tursi
Il nostro futuro dipende dal benessere del pianeta. Dopo averlo trascurato è arrivato il momento di riportarlo in vita con un nuovo approccio culturale. Cominciamo dalle fondamenta. Cosa è l’architettura green e la bioedilizia?
La progettazione e costruzione di edifici a basso impatto ambientale e risparmio energetico, realizzati con soluzioni ecologicamente ed economicamente sostenibili. La bioedilizia considera vari aspetti: i vincoli geografici, la scelta di materiali naturali e rigenerabili, la gestione sostenibile dei rifiuti, la salute e il comfort per migliorare la qualità di vita degli abitanti evitando l’inquinamento. L’area di Ciriè sta cavalcando questa onda verde? «Tra le varianti del piano regolatore è previsto che la prossima Amministrazione dovrà considerare e sostenere la nuova edificazione a impatto ambientale individuando nell’area urbana, i posti più idonei a questo tipo di investimento, previsto anche nel Recovery Plan, fondamentalmente incentrato sull’economia green da cui oramai non si può prescindere per la salvaguardia del pianeta e che è diventata fonte di prospettive lavorative – afferma l’assessore ai Lavori pubblici di Ciriè, Aldo Buratto – . Nello specifico diverse sono le attività agricole e altre legate all’alimentazione nate nell’ultimo periodo con il maggiore utilizzo del terreno disponibile in città. Quindici giorni fa il Comune ha aderito al progetto dell’“Autostrada delle api” per la salvaguardia della biodiversità e nello specifico si pianteranno fiori e piante in alcune aree verdi urbane per favorire la riproduzione delle api».
Se le api scomparissero dalla terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita diceva Albert Einstein e Stefania Conte con Andrea Peretti, architetti, ne hanno fatto una ragione di vita. Si sono dedicati all’apicoltura, alla realizzazione di un orto, oltre ad essere tra i pionieri della bioedilizia avendo costruito (abitano a Mathi) una casa con muri di paglia con proprietà antisismiche, isolanti a livello acustico e termico.
Quali sono i vantaggi e costi rispetto ad una costruzione tradizionale? «Innumerevoli. – dichiara Stefania Conte – Nella fase di costruzione è un cantiere pulito, non inquinante, così come lo sarà nella sua distruzione, tra più di 200 anni. La qualità dell’aria che si respira all’interno della casa è ottima essendo la paglia un materiale traspirante; il muro intonacato esternamente con calce e internamente con terra cruda è un regolatore naturale dell’umidità per cui si hanno temperature calde in inverno con risparmio di riscaldamento e fresche d’estate. I costi sono per lo più equivalenti».
Quali professionalità possono svilupparsi in questo settore? «È un percorso difficile ma ricco di soddisfazioni per architetti o ingegneri specializzati nella bioedilizia ». Come si può fare cultura green? «Bisognerebbe cominciare a formare i bambini nelle scuole. Noi di Alchimilla Apicoltura abbiamo attivato dei workshop per recuperare gli antichi saperi. Per incentivare la bioedilizia sarebbe importante la produzione di ecomateriali su larga scala, per abbattere i costi».
La pandemia come ha influito sulla vostra green economy?
«Positivamente perché con l’obbligo dell’acquisto di prossimità, molti hanno potuto conoscerci e apprezzare i valori della nostra attività».
Una fucina di progetti sulla filiera alimentare corta e nuove professionalità è l’istituto tecnico “Giovanni Dalmasso”. Oltre ad avere una propria azienda agraria specializzata nella zootecnia e nelle colture ortofrutticole, vanta una varietà di laboratori, fino all’uso delle nuove tecnologie applicate all’ambiente per nuovi sbocchi professionali, e di recente è stato classificato al secondo posto al concorso “Ci basta un pianeta”, indetto da Città Metropolitana nella categoria “Green club delle risorse” con il progetto “Green Fields” per tutelare al meglio l’ambiente e per lo sviluppo sostenibile, attraverso il “riciclo”. In collaborazione con l’Innovation Design Lab del Dipartimento di Architettura e Design, sono state analizzate le problematiche legate al riciclo e proposte azioni per sensibilizzare gli altri studenti, utilizzando i new media e creando iniziative per sperimentare la produzione di acqua calda dal compost. Alcuni studenti, sono saliti in cattedra come formatori, invece nel progetto Ecco, “Economie Circolari di comunità” per la rigenerazione sociale, ambientale e culturale, finanziato dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, indetto da Cascina Govean ad Alpignano all’interno del corso di formazione per manager delle strutture extra- alberghiere.
«Cerchiamo di insegnare a mettere in pratica l’idea della filiera corta agroalimentare ed ecoristorazione.- spiega il dirigente scolastico Valter Careglio – I nostri prodotti coltivati qui e cucinati là, hanno aiutato i ragazzi a seguirli dalla terra alla tavola, nel percorso di alternanza scuola lavoro».