a cura di Loredana Tursi
Quando si dice non c’è mondo senza donna non è retorica ma realtà, se pensiamo semplicemente alla procreazione, o se allarghiamo i nostri orizzonti sociali prendendo spunto anche dall’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, stilata dalle Nazioni Unite che raccomanda di: “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, infatti la parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo equo e sostenibile.
Come si è trasformata e quali sono le ambizioni future delle donne del nostro territorio? Abili come sempre ad essere multitasking, nel lavoro così in famiglia, come sta cambiando il quadro dell’imprenditoria femminile?
«Sono molte le ditte individuali d’imprenditoria femminile nel nostro territorio e in questi momenti così duri le donne stanno facendo enormi sforzi per andare avanti e buttare il cuore oltre l’ostacolo. Io non parlerei più di settori economici per le donne, così dichiara Dott.ssa Antonella Pasquale, Responsabile uffici Confesercenti Ciriè, Ivrea, Settimo Torinese – si è visto che sono in grado di svolgere al meglio qualsiasi lavoro, qualsivoglia professione: in Italia le donne laureate superano di una buona percentuale gli uomini, bisognerebbe solo cambiare la mentalità che è ancora troppo incentrata sulla “donna regina della casa” e vede ancora nelle posizioni di potere una stragrande maggioranza di uomini».
La pandemia quanto ha gravato sul ruolo della donna?
«Ha gravato molto di più sulle donne che sugli uomini in quanto sono loro a dover trovare un compromesso tra l’attività lavorativa e quella di madri, mogli e figlie: spesso sono loro ad occuparsi dei figli a casa da scuola ed a seguirli nella Dad, quindi ancora una volta a loro è andato il maggior onere». Ci siamo quasi alla parità di genere? «La strada da percorrere per la parità di genere è ancora lunga. Secondo l’Indice sull’uguaglianza di genere 2020 (stilato in base ai dati raccolti nel 2018), curato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), l’Ue ottiene un punteggio del 67,9% sull’uguaglianza di genere e, mantenendo il ritmo attuale, mancano almeno ancora 60 anni prima di poter raggiungere la completa parità».
Secondo lei il futuro è…?
«Donna, perchè le donne sono più numerose, culturalmente percentualmente più formate rispetto agli uomini, più disposte a farsi carico di un problema e portarlo alla soluzione. Un esempio sul territorio di eccellenza nell’imprenditoria femminile è Elisa Anselmo, rappresentante della terza generazione di ambulanti di salumi e formaggi, porta avanti una tradizione di famiglia con costanza e caparbietà, il 13 dicembre 2019 insignita del premio Fondazione Quarto potere”.
Altrettanto esemplare è la storia di una donna senza tempo, 101 anni sulla carta di identità ma uno sguardo lucido sul futuro, con la prontezza di spirito di una ragazza all’avanguardia, Consolata Zucca di Ciriè, ricorda che con le trecce da adolescente aveva cominciato il suo percorso lavorativo nella fabbrica Remmert, con alle spalle un’istruzione negata dal regime fascista e il grande sogno nel cassetto di diventare infermiera, realizzato poi a 35 anni dopo la guerra. Un traguardo diventato solo il trampolino di lancio per le altre sue battaglie e vittorie conquistate nella politica e nel sociale, a cui ha dedicato la vita che l’ha portata a diventare anche socio fondatore dell’Unitre nell’83, fino a quando ci racconta sorridendo: «Ho lasciato la carica lo stesso giorno in cui si è dimesso il grande papa Ratzinger».
In questo suo secolo di vita cosa realmente la donna ha conquistato?
«La fi-gura femminile ha fatto passi da gigante per ottenere la libertà tanto ansimata, ma non sempre è riuscita a gestirla bene, preservando la sua dignità di donna. Per me è stato difficile militando in politica, ma ho sempre avuto il rispetto degli uomini per la mia persona e ruolo, seguendo la mia moralità e obiettivi e rendendomi sempre utile alla cittadinanza, oggi vedo che la libertà invece è degenerata».
Quale è stato il dolore che ha motivato il suo riscatto?
«Gli anni della dittatura per me sono stati uno stillicidio perché non potevo proseguire nei miei studi, ciò nonostante avevo fatto un tema sulla tubercolosi che riuscì a vincere un premio dalla Biblioteca comunale ma il libro premio, sulla ricerca in tema di tubercolosi di un illustrissimo professore, venne consegnato al figlio del segretario politico, mentre a me come spregio fu dato un vecchio libro ingiallito sulla storia nefasta di una bimba dei sobborghi inglesi. Li capì che dovevo fortificarmi e provare a cambiare il mondo».
Gli ingredienti della ricetta per una lunga vita?
«Formarsi bene e sempre, avere curiosità e interesse per tutto quello che ci circonda come ancora oggi faccio pur essendo cieca e oltre ad ascoltare radio e tv, la mia badante quotidianamente mi legge il giornale o libri di cui sono appassionata. E’ importante volersi bene, curare il proprio spirito dedicandosi alle passioni, per me è stata la cucina sana e casalinga o il giardinaggio di cui ora immagino colori e profumi e curare il proprio corpo con l’attività motoria che io ad esempio non dimentico mai di svolgere limitatamente alle mie possibilità». Così la signorina Zucca lancia un messaggio alle ragazze della nuova generazione: «Non abbiate paura di vivere al 100% senza necessariamente sfidare il mondo. Usate la prevenzione in ogni ambito della vita, dalla salute alla cultura al sociale, affidatevi alla scienza come ancora oggi ho fatto, vaccinandomi contro il Corona perché è l’unica arma che abbiamo per lottare contro le malattie. Abbiate sete del vostro tempo usatelo per raggiungere il massimo del sapere senza perdervi dietro all’informazione dell’apparenza. Impegnatevi nel sociale e nel volontariato quindi per conoscere la realtà della gente del vostro territorio senza aver paura mai di servire perché è tutto amore vero che vi ritorna e per una donna ricevere queste gratificazioni umane è fondamentale per l’autostima e per alimentare il proprio ingegno».
Sinonimo di donna è anche creatività e a rappresentarla nelle sue molteplici sfaccettature è Federica Nalin di San Carlo, già madre di due figli che mi concede un’intervista il giorno dopo aver partorito il suo terzogenito, perché innamorata della vita e di ogni bella sorpresa che ci riserva, innamorata della donna tanto da omaggiarla in ogni sua opera artistica, essendo architetto, artista e creatrice di allestimenti event& communication.
«Per me la donna è un’espressione artistica, un quadro che si può comprendere o no. La mia vita è un quadro che si trasforma nel tempo ».
La creatività è innata o si sviluppa?
«E’ nata con me, fin da bambina mi distinguevo per il mio estro, poi l’ho migliorata, assecondata, plasmata in ogni forma ed evoluta. E’ viva in tutto ciò che faccio non solo per il lavoro che svolgo ma è uno stile di vita per cui a volte mi sono dovuta scontrare con chi mi tarpava le ali o mi rimproverava di essere troppo sognatrice e poco razionale. Con il tempo si arriva anche a comprendere che deve esserci un compromesso con la razionalità per realizzarsi, ma senza mai abbandonare le sfide quelle più grandi che secondo me solo una donna è in grado di affrontare». Quale è stata quella per lei più grande?
«In ogni periodo della vita ho cercato di superarmi in ogni mia creazione e vicissitudine anche per il mio temperamento estroverso, vivace, per assurdo quasi da maschiaccio, sempre protesa ad affermarmi anche al cospetto del genere maschile, ma credo che quella più grande sia stata riuscire a svolgere un lavoro impegnativo, creare una famiglia e due bambini, realizzare un’opera trompe l’oeil su parete a 9 mesi di gravidanza con mani gonfie e doloranti, unica nel suo genere perché realizzata con il cuore».
La creatività nell’era digitale è la nuova frontiera del lavoro?
«L’elemento da sfruttare è la versatilità della creatività, per cui sviluppare skills digitali può essere importante come qualsiasi forma d’arte, dalla pittura alla scenografia può sempre essere interessante da perseguire. L’importante è trasmettere un messaggio e l’originalità in ciò che si crea. Questo mi ha sostenuto in ogni mia realizzazione spaziando dalle installazioni artistiche, agli allestimenti fieristici, alle scenografie teatrali, alle fashion t-shirt o al body painting ecc».
La forza della donna è?
«Nell’essere multitasking. Mamma, amica, amante, lavoratrice, figlia, creativa pronta ad accogliere e sopportare le grandi sfide della vita, come quella che ora stiamo affrontando, senza mai perdere mai l’amore per la vita. Dopotutto siamo state create per donare vita, ricevere grandi gioie come i figli, anche attraverso un grande dolore. La resilienza è parte di una donna che vive attraverso la sua creatività».