Ha sollecitato cratività ed espressione in maniera interessante ma non interessata e, in alcuni casi, favorito dei veri “piccoli miracoli”. Come certe emozionanti reunion. Le “serendipity” in campo artistico sono uno dei pochi aspetti positivi prodotti dal Covid in quest’anno di pandemia. Ne sanno qualcosa Gli Hard Skill, band cult degli anni ‘90 del nostro territorio, che bene conosce chi, tra i 40 e i 50 anni, bazzica la scena musicale nostrana da 30 anni a questa parte.
Nati nel 1989 come gli ancora longevi e ormai leggendari Fucktotum, gli Hard Skill, a differenza di molte meteoredi quegli anni, erano un pugno di ragazzini, tutti tra i 15/16/17 anni, che riuscirono a lasciare una traccia significativa della loro presenza “on stage”, ma non solo.
I primi componenti erano Federico Bianco (voce), Alessandro Benna (chitarra), Nico Ripepi (chitarra) Federico Marchesano (basso) e Fabio Santo (batteria); quest’ultimo passerà ai Fucktotum e sarà degnamente poi sostituito da Giuseppe Arminio. «Suonavamo in una stanza a Mathi che raggiungevamo con i motorini anche in inverno. Abbiamo fatto la nostra gavetta chiusi in quella stanza tutte le domeniche pomeriggio per quasi 2 anni… – racconta Federico Bianco – facendo prima cover di grandi classici metal e poi finalmente scrivendo le nostre prime canzoni. Il primo concerto in assoluto è stato a villa Remmert a Ciriè nel 90 ed esiste ancora un vhs di quella serata».
Cambi di formazione, concerti live e l’uscita di un primo demo tape, «registrato su cassetta con la copertina fotocopiata, un cimelio che qualche amico conserva ancora. Andavamo in giro per i concerti dei big con un walkman e facevamo ascoltare la nostra demo ad altri avventori dei concerti e qualcuno la acquistava con 5.000 lire, all’epoca abbiamo venduto oltre 500 cassettine…», scandirono la prima entusiastica fase artistica del gruppo.
«La colonna sonora di quegli anni erano i Metallica, i Guns and Roses, gli Skid Row, i Megadeth, i Voivod, i Faith No More, Soundgarden, Nirvana, Stone Temple Pilot e tanti altri… – ricorda ancora Bianco – musica che entrava nelle orecchie e finiva direttamente nel cuore, per poi essere sparata a tutto volume nel futuro ancora lontano delle nostre vite. Ma come tante altre cose belle il sogno è finito e le strade si sono separate, ognuno con i suoi progetti».
La pandemia, però, li ha fatti incontrare ancora una volta con gli strumenti in mano e le canzoni scritte nei primi anni ‘90 hanno ripreso forma e sono state risuonate, ricantate.
«Durante il primo lockdown, ognuno a casa sua ha registrato la propria parte con il pc, con la riapertura ci siamo ritrovati dal vivo ed abbiamo inciso le 5 tracce del disco che uscirà in via ufficiale su tutti gli store digitali il 10 marzo: l’album si intitola “1991”, l’anno in cui tutti i brani del disco sono stati scritti e che oggi compiono 30 anni», conclude Bianco.
Il tutto è disponibile su www.hardskill.it www.hardskill.it