Nuova puntata della rubrica, tra storia e amarcord, che presenta, in questi mesi celebrativi dei 100 anni della nostra testata che culmineranno in una grande festa a giugno e in diverse iniziative editoriali e non, una corposa “selezione” delle prime pagine che hanno aperto il giornale in questo suo primo secolo di vita
Il vaccino anti-Covid parrebbe essere ad oggi l’unica speranza per mettere la parola fine alla pandemia che da un anno sta seminando morte e paura. Ma basta andare indietro di pochi anni per scoprire come i vaccini rappresentino un nervo sensibile.
Nel 2017 inizia a prendere forza il movimento dei “no vax”. A questo si sommano i “free vax”, meno integralisti ma altrettanto critici. Utilizzando la cassa di risonanza dei social, diffondono l’idea dei presunti rischi derivanti dalla profilassi contro le malattie. Una parte della politica si dimostra sensibile all’argomento e inizia il dibattito tra favorevoli e contrari. Le ragioni della scienza sembrano accantonate, a favore della libera scelta. Ma a farne le spese sono i bambini, privati dall’ombrello protettivo della profilassi contro malattie importanti.
Per contrastare il fenomeno Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, impone l’obbligo vaccinale per gli under 16. L’obiettivo è contrastare il crescente calo che ha portato a una copertura media inferiore al 95 per cento, soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire l’“immunità di gregge”, traguardo oggi così agognato per sconfiggere il coronavirus. Chi non rispetta la norma “no vax” non può iscrivere i figli ai nidi e alle scuole dell’infanzia. Nel Ciriacese iniziano a spuntare dei manifesti abusivi contro il decreto Lorenzin.
Due anni dopo a Nole e a Lanzo bambini non vaccinati vengono allontanati dall’asilo. Guardando ai fatti di ieri, saltano agli occhi temi di stringente attualità: garantire la salute di tutti, mettendo d’accordo diritti e doveri, e il ruolo di scienza e ricerca medica, diventate improvvisamente trainanti per la nostra società.
Altro balzo nel passato:
Droga, trafficanti, blitz sono alcune delle parole che campeggiano sulla prima pagina del Risveglio del 10 marzo 1994. Nel tardo pomeriggio di sabato 5 marzo i carabinieri del Ros fanno irruzione in un cortile all’interno di una casa di Borgaro, bloccando un tir guidato da un agente infiltrato. In pochi minuti arrestano una banda di narcotrafficanti.
L’operazione porta al sequestro di sei tonnellate di cocaina, per un valore di 250 miliardi di lire. Uno dei maxi sequestri di stupefacenti più grandi mai avvenuti. Lo spettacolare blitz fa parte dell’operazione “Cartagine” che permette agli inquirenti di sgominare una banda di criminali. A raccontare gli attimi concitati dell’operazione è Vincenzo Barrea, giovane cronista del Risveglio che copre la zona di Borgaro.
Abbandonato il giornalismo, Barrea sceglierà la politica per diventare sindaco proprio di Borgaro. Nel 2018, ad appena 52 anni, un infarto stroncherà la sua vita. I fatti di Borgaro dimostrano come alcuni paesi del Ciriacese siano diventati preda della malavita organizzata. Nel 2011 l’operazione Minotauro mostrerà le commistioni tra mafie e politica, portando al commissariamento di alcuni Comuni e all’arresto di amministratori locali.