Nuova puntata della rubrica, tra storia e amarcord, che presenta, in questi mesi celebrativi dei 100 anni della nostra testata che culmineranno (al Covid piacendo) in una grande festa a giugno e in diverse iniziative editoriali e non, in una corposa “selezione” delle prime pagine che hanno aperto il giornale in questo suo primo secolo di vita
È gestita da una donna ciriacese: nella rete del sesso a pagamento finiscono imprenditori, professionisti e anche calciatori, in una storia dai retroscena piccanti.
Nel 2008 il Taurus è nell’occhio del ciclone: il locale verrà chiuso e la città orfana di un centro per i giovani È una storia a luci rosse quella che irrompe sulla prima pagina del febbraio 2003. La vicenda che tiene banco ruota attorno a un nome: Viva Lain, un bordello di lusso, mascherato come centro massaggi, nell’esclusivo quartiere della Crocetta a Torino. Clienti delle ragazze sono persone facoltose: imprenditori, professionisti, politici e perfino calciatori. A gestirlo è una giovane donna di Ciriè dove ha mosso i primi passi come “imprenditrice del sesso”. A far chiudere la casa di appuntamenti dei vip ci ha pensato nell’agosto del 2002 un blitz delle forze dell’ordine.
Prima dell’irruzione gli uomini della polizia hanno piazzato nell’alcova cimici e microfoni. Nella rete finiranno otto persone. Gli interrogatori, portati avanti dal pm Andrea Padalino, provocano uno tsunami: indagati famosi vengono convocati in pretura, scatenando la curiosità morbosa della gente. Nella casa di appuntamenti (sulla porta i clienti erano accolti dal cartello “Un’oasi di benessere al centro della città”) pare che si facesse uso di stupefacenti, soprattutto cocaina.
La tenutaria dell’alcova di lusso viene incriminata per favoreggiamento della prostituzione. Nel numero del 13 febbraio del Risveglio, la donna rilascia una intervista esclusiva. Sta per pubblicare “Massaggi proibiti”, un libro edito da Kaos, con una tiratura di 10mila copie dove racconta l’attività del Viva Lain e i clienti vip che lo frequentavano. Rivela che proprio a Ciriè ha avuto l’idea dell’eros center «Nel 1997 – dichiara al giornalista -. avevo dato via il negozio di abbigliamento in via Sismonda. Non andava proprio. Ne ho parlato con alcune amiche: abbiamo iniziato a fare massaggi in “economia”, poi mi sono detta che dovevo andare a Torino”. Durante l’intervista si sofferma su particolari piccanti: “Da Ciriè venivano soprattutto imprenditori, professionisti, non necessariamente gente famosa. Nel libro possono riconoscersi anche alcune ragazze di questa zona che hanno lavorato con me. Delle insospettabili, discrete e davvero professionali: c’era chi lo faceva per pagarsi vestiti, solarium e rate del cabriolet, ma anche chi aveva necessità di far quadrare il bilancio familiare e continuava a fare solo massaggi”.
È sempre l’intervento delle forze dell’ordine a toccare un nervo scoperto della vita ciriacese. Nel febbraio 2008 i carabinieri chiedono al questore di Torino il sequestro «per motivi di sicurezza e ordine pubblico» del Taurus, il locale, inaugurato nel 2006, e diventato in poco tempo uno dei centri della vita giovanile in città. Nei locali vengono organizzati concerti, spettacoli teatrali, eventi. Durante un concerto carabinieri e uomini del Nas, perquisiscono il locale. Vengono riscontrate violazioni sanitarie e trovate piccole quantità di hashish. Arriverà poi il fallimento della cooperativa che gestisce il centro a mettere la parola fine al Taurus. Tredici anni dopo Ciriè rimane orfana di un centro per i giovani, uno spazio aperto dove possono manifestare la loro creatività.
Forse, quando si punta il dito contro certi comportamenti dei ragazzi, bisognerebbe anche ricordarsi di quanto la città offre e fa per loro.