Un felice compromesso al netto delle rigidità burocratiche: così si conclude la vicenda dell’adozione del maialino nano da parte di una cittadina di Rocca di cui questo giornale si era fatto portavoce prima del Natale scorso.
Il simpatico animaletto era così dovuto rimanere nel suo ricovero al Canc (Centro veterinario animali non convenzionali, ndr) di Grugliasco, dove era custodito, per ancora alcune settimane, nell’attesa che la vicenda – come è poi fortunatamente avvenuto si sbloccasse. I motivi dell’iniziale diniego comunale all’adozione, al netto delle nuove, quanto legittime, sensibilità animaliste, erano di natura meramente burocratica, riferendosi a regolamenti comunali che disciplinano alcune aree rurali nei quali il maiale non è da ascriversi ad animale da compagnia: quindi occorreva un codice stalla impossibile da rilasciare nell’appezzamento previsto in origine per l’animale.
«Ma io non ci penso nemmeno a fare un allevamento e tantomeno voglio mangiarlo – aveva spiegato Chiara Maccagno Valè, cittadina rocchese al centro della querelle – quell’animaletto lo voglio per affezione». Nei giorni successivi al nostro articolo l’Amministrazione comunale ha ricevuto inviti a risolvere la situazione da parte del Garante regionale dei Diritti Animali e di altre associazioni oltre a confrontarsi con le autorità sanitarie per trovare una soluzione. Che è arrivata nei giorni scorsi, aggirando con buon senso il problema originario dell’empasse. A spiegarci come è la stessa signora Maccagno Valè: «Un accordo alla fine trovato semplicemente, ho potuto richiedere un codice stalla per un altro appezzamento più lontano dalle case (ma non dalla mia) e dove l’animale non può dare alcun fastidio: una escamotage di buon senso per ambo le parti». A questo punto il nullaosta del Comune non si è fatto attendere.
Chiosa la vicenda con soddisfazione anche il sindaco di Rocca, Alessandro Lajolo: «Abbiamo trovato una soluzione di comune accordo senza violare alcun regolamento vigente e così ha vinto anche il buon senso. Sono contento che la vicenda si sia risolta con soddisfazione di tutti e soprattutto della signora e del suo maialino che tanto desiderava. Mi spiace, ma tante volte regole e norme non sono facilmente interpretabili». Particolarmente sollevato il primo cittadino quindi, probabilmente anche sul fatto che il felice epilogo della vicenda non abbia preso pieghe oltremodo polemiche o più negative in generale.
Una storia che rischiava di divenire una battaglia di principio animalista, meritoriamente virata su atteggiamenti di interlocuzione e comprensione reciprochi basati su rispetto e buon senso. Anche solo questo, talvolta, può fare bene alla dialettica, e ai suoi risultati, a favore degli animali.