È una memoria antifascista profondamente radicata quella che qui vive tenacemente, più forte delle attuali difficili situazioni create dalla pandemia di Coronavirus e l’ha dimostrata venerdì scorso (nelle foto di con la commemorazione del 77º anniversario dell’eccidio nazifascista avvenuto nel giorno della festa della Befana 1944.
Infatti, nonostante le oggettive difficoltà e nel rispetto delle disposizioni per il contenimento del virus che disciplinano le modalità celebrative delle commemorazioni pubbliche, il Comune, la Sezione Anpi di Traves e il Comitato “Caduti 6 gennaio” sono riusciti ad organizzare anche quest’anno la cerimonia in ricordo della terribile Epifania di sangue del 1944, nel corso della quale i nazisti massacrarono, presso i binari della stazione, i partigiani travesini Giuseppe Pocchiola, Giacomo, Giulio e Guido Vottero, il torinese Felice Lanfranco e due cittadini casellesi, l’avvocato Vincenzo Boschiassi e Carlo Cravero, entrambi membri importanti del nascente movimento di resistenza antifascista.
Seppur costretti da cause di forza maggiore, tant’è che l’evento si è svolto in un giorno diverso dal tradizionale 6 gennaio, gli organizzatori non hanno voluto che si interrompesse quel filo della memoria che ogni anno porta quassù una grande massa di cittadini, autorità, con numerosi sindaci o loro delegati e fa sì che questa di Traves sia ormai la manifestazione antifascista più sentita della vallata.
Oltre al cambio di data, la commemorazione di quest’anno sarà ricordata per la presenza della neve, caduta abbondante nei giorni scorsi e assente dall’ormai lontano 2009, quando per le difficoltà viarie impedì la partecipazione a molte persone.
Chi anche in questa situazione di emergenza non ha voluto mancare al significativo appuntamento con la Storia è stato il sindaco di Caselle, Luca Baracco, che è intervenuto accompagnato dal gonfalone della sua città a sancire una sorta di gemellaggio nella tragedia con il piccolo comune montano.
Dopo la parentesi dell’anno scorso, luogo della sentita manifestazione è tornato ad essere la spettacolare area monumentale presso la stazione ferroviaria, ove avvenne l’eccidio. Qui, alle 15,30, si sono ritrovati i pochi partecipanti, tra cui Giacomo Carlo Guglielmetti, classe 1921, presidente dell’associazione combattenti e testimone del massacro di Traves. Dopo la deposizione della corona al monumento eretto a ricordo delle vittime qui fucilate contro il muro, hanno preso la parola i sindaci. Quello di Traves, Mario Cagliero, ha ringraziato i presenti e ha ricordato il valore morale delle vittime “che hanno messo il bene collettivo sopra la loro stessa vita”. Anche Baracco, primo cittadino di Caselle, ha onorato le vittime, oggi più che mai “testimoni di libertà” e ha invitato a riflettere sull’anno appena passato, “che ci ha trasmesso un grave senso di perdita, ma pure l’insegnamento che niente è scontato e che dobbiamo impegnarci tutti a fare comunità nelle nuove sfide che dovremo affrontare sulla strada del progresso”.
(Photo credit Marco Battistini)