Il 1° novembre 1970 nasceva a Ciriè grazie all’intrapendenza e all’amore per il judo del “Sommo” Maestro Cesare Bertone (nella foto), inviato a portare il judo in questa città dal grande e indimenticato Maestro IX dan Shoji Sugiyama, l’ASD Centro, per tutti “Il Centro”.
Servirebbero troppe pagine e troppe parole per descrivere tutti i trofei vinti e i tanti protagonisti che dal 1970 ad oggi si sono succeduti sullo storico tatami di via Fontane a Ciriè, seguito via via da quelli nei centri vicini come San Francesco al Campo, San Maurizio, Cafasse, Caselle, Fiano, Vallo, Nole, Grosso, spesso aperte dagli stessi atleti, rendendo celebre una società entrata nel 2012 tra le prime venti del ranking della federazione FIJLKAM nazionale.
Sul piano agonistico non si possono dimenticare le prestigiose vittorie in Coppa Italia, quella femminile del 1984 e quella “mitica” in campo maschile del 1997 davanti allo squadrone dell’Esercito, autentiche “Champions” di calcistica memoria per una società di provincia come il Centro Ciriè, davanti ai gruppi delle “potenze militari” che hanno dominato la scena del palcoscenico nazionale con tutti i migliori rappresentanti anche in kimono “azzurro”. Come non si possono dimenticare neppure i tantissimi campionati vinti a livello nazionale e regionale, le Coppe Piemonte in tutte le categorie sia a livello individuale che a squadre, un elenco talmente lungo che riporta alla mente tantissimi atleti di tutta la nostra zona, come Clelia Di Mauro, campionessa Italiana Universitaria, o Alessandro Novero, tre volte tricolore.
Risultati non solo in campo nazionale, ma anche in campo Europeo, come la prima medaglia continentale, prima di una lunga serie, vinta nel 2011 a Porec in Croazia, da Nicholas Damico, già campione Italiano e primo medagliato europeo del Centro Judo Ciriè.
«In questi 50 anni il Centro ha avuto un ruolo di ancor maggiore rilievo nel tessuto sociale di Ciriè e della zona circostantecommenta lo stesso Cesare Bertone – Ha svolto un’attività formativa ed educativa di altissimo livello che ha coinvolto migliaia di bambini e ragazzi. In tante famiglia della zona c’è qualcuno che in questi anni ha frequentato i corsi di Judo del Centro. A questi giovanissimi il judo ha garantito un’educazione fisica completa e un’educazione personale sociale unica. Il judo è nato infatti per educare i giovani all’autocontrollo, al rispetto di se stessi e degli altri, al rispetto delle rego- le, all’amicizia, alla sincerità e al coraggio. Un compito pedagogico fondamentale. Sono stati anni davvero “mitici,” questi primi 50 anni ricchi di vittorie e di soddisfazioni, di passione e amicizia, che si sprigiona in maniera proropente sul tatami quando si urla a squarciagola una frase che parla da sola “Chi siamo noi? Il Centro!”».
Un Centro in movimento con le sue palestre sparse per il Canavese, con i suoi Maestri, i suoi alteti e collaboratori, dove la filosofia di vita e di sport si tramanda di judoka in judoka da sempre. È difficile descriverlo bisogna viverlo esserci dentro, vedere gli allenamenti delle ragazze e dei ragazzi, vedere il sudore, a volte il dolore e la fatica che questa passione trasmette anche a chi il judo non lo ha mai praticato.
Da un anno a questa parte la sede storica di via Fontane è stata lasciata, il polo centrale è diventata la palestra scolastica della elementare Don Bosco in via IV Novembre a Ciriè.
E per questo Cinquantenario era tutto pronto per una grande festa, pianificata da un anno, da svolgere quest’anno e posticipata per il prossimo anno… Forse.
Purtroppo questo 2020 bisestile, tra l’altro anno Olimpico, sarà ricordato come l’anno della pandemia sanitaria mondiale, l’anno del Covid-19, con immagini e situazioni che nella memoria della gente e degli atleti rimarranno indebili.
«Ma per i ragazzi del “Centro” il 2020 deve essere anche il “Cinquantesimo”: mezzo secolo di judo che la pandemia non può fermare – chiosa Bertone – Il Covid passerà ma il Centro rimane e rimarrà, con la sua resilienza, la sua capacità di affrontare e superare ogni difficoltà, che è l’anima stessa del Judo. Avanti, pronti per i prossimi cinquant’anni».