Comune e parrocchia, con la collaborazione dei cittadini che ormai si erano affezionati al clochard che da tempo viveva nella piazza della frazione, non hanno fatto in tempo a consegnargli quella roulotte che era stata individuata come soluzione alle sue notti all’addiaccio. Giovanni B., 49 anni, se ne è andato prima: è stato trovato senza vita – per cause naturali – nel suo giaciglio di fortuna alle prime luci del giorno di mercato, sabato, da qualcuno che di lì a poco avrebbe cominciato a lavorare tra le bancarelle in veloce allestimento.
La notizia della morte del clochard, la cui storia era anche finita agli onori delle cronache appena due settimane fa, ha profondamente commosso la comunità sanmauriziese, che già si era prodigata per fornirgli oltre ad aiuti alimentari, un giaciglio in luogo della panchina pubblica cui aveva dovuto rinunciare.
E dire che all’inizio erano state le “maniere forti”: per scoraggiare Giovanni a pernottare nella piazza del paese, il sindaco era infatti arrivato a rimuovere le panchine pubbliche presenti. Una decisione estrema, visto che con le buone sarebbe stato inutile, per fare capire all’uomo che non poteva continuare a vivere lì, accampato vicino alla casetta dell’acqua della Smat in piazza Degli Agricoltori di Ceretta, a pochi passi dalla scuola primaria Carlo Angela.
“È inaccettabile che una persona viva in quel modo, bisogna aiutarlo cercandogli una sistemazione migliore. Noi come Comune stiamo lavorando in questa direzione, anche con altri soggetti, per risolvere un problema che non è semplice -aveva dichiarato il primo cittadino- In più adesso si va verso la stagione fredda. E poi c’è anche un problema di carattere igienico-sanitario di cui tenere conto”, aveva detto – e come dargli peraltro torto – il primo cittadino in quei giorni.
Ma Giovanni era rimasto lì lo stesso, con il suo carrettino e poi anche con una brandina donatagli da qualcuno: schivo ma gentile ed educato, conquistando alla fine un po’ tutti. Parrebbe però anche che Giovanni, prima di arrivare nella frazione sanmauriziese vivesse in una tenda lungo il torrente Stura e che non avesse nessuna intenzione di cambiare il suo stile di vita libero. Aveva però accettato di buon grado – dopo altre magari anche più comode – la soluzione della roulotte, chiedendo nuovamente di essere collocato nei pressi del fiume “così poteva pescare”, diceva ai tanti cittadini che ogni giorno incontrava e con cui scambiava volentieri qualche chiacchiera. Quasi a lenire una dolorosa scelta di libertà e solitudine.
Parole ed empatia di cui aveva bisogno, forse, più di un tetto sopra le stelle cui non sapeva più rinunciare. Ora, dove fino all’altra notte ha riposato negli ultimi tempi, rimane un fiore messo lì da un’anima gentile: bene raro anche se, purtroppo, non sempre salvifico.