Lo scorso settembre i carabinieri di Ciriè scoprirono una sartoria cinese completamente clandestina in via Taneschie. Durante il blitz vennero sorprese una decina di persone intente a lavorare in nero. Venne arrestata la proprietaria 32enne – che aveva un atelier in un’altra zona di Ciriè – sanzionata anche con 32mila euro. Ora tutto il materiale sequestrato durante l’operazione il giudice ha stabilito venga donato a chi ne ha bisogno. Questo tranne la trentina di macchinari per i quali invece è stata ordinata la distruzione. «Peccato perché, forse, con un’adeguata revisione alcuni potevano ancora essere utilizzati, ma non ci lamentiamo» – riflette Livia Reineri, la direttrice delle strutture residenziali per anziani «Il Girasole» di Ciriè e «La Casa dei Pini» di San Maurizio. I militari, comandati dal tenente Andrea Zendron, hanno consegnato ai servizi sociali un centinaio di rotoli di svariati tessuti, scatole di maglie, una stufa con alcuni sacchi di plette, due bicilette, una quarantina di camicie, abiti, tre ferri da stiro e altro materiale che si usa nelle sartorie, dai bottoni alle cerniere. «Ora suddivideremo tutto in base alle esigenze del territorio, grazie anche alla rete di volontariato che ci supporta e che conosce le necessità – continua la Reineri – coinvolgendo anche il Gruppo Abele che ha attivato una sartoria per le donne in difficoltà e vittime di violenza».
Il blitz dei militari a settembre del 2019 quando venne scoperta una decina di lavoratori in nero
Laboratorio cinese clandestino: donato ai più bisognosi il materiale sequestrato dai carabinieri
Per una trentina di macchinari il giudice ha invece ordinato la distruzione