Biciclette antiche e i mestieri in bicicletta in mostra all’interno della sala espositiva comunale di via Andrea Mensa 34, a Venaria Reale. L’esposizione di circa 40 modelli – curata da Antonio Iorio – riporta i presenti al passato, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. La rassegna, patrocinata dal Comune di Venaria Reale, rimarrà visitabile fino al 6 gennaio 2020.
La mostra è stata organizzata da un team vincente composto da Gennaro Ciotola (presidente del Club 296 Model), Aurelio Arese (storico e curatore della mostra), Claudio Macario (presidente della Pro loco) e Gianni Segato (collaboratore dell’esposizione). «Questa mostra è la realizzazione di un sogno, come il sogno di ogni bambino di avere in regalo una bicicletta. Il primo giorno che ho usato la bicicletta, regalatami da mio padre, un amico mi e venuto contro rovinandola, per molto tempo e con dispiacere, non l’ho adoperata per paura di danneggiarla – ha ricordato Antonio Iorio – una parte della mia collezione è esposta seguendo la storia, dai tricicli, alla bicicletta da bambino, alle biciclette d’epoca e dei mestieri, ogni singolo oggetto esposto ha una storia incredibile che mi ricorda episodi di reperibilità, di ricerche, di emozioni ritrovate, per biciclette di ogni tipo ed epoca – ha continuato Iorio – mio nonno mi raccontava che all’epoca, se non possedevi una bicicletta, non potevi andare a lavorare, era un importante mezzo di trasporto, in particolare per gli artigiani/commercianti che l’allestivano in un negozio ambulante».
Il percorso espositivo parte dai modelli di triciclo per poi risalire all’epoca del velocipede del 1864 (targato Bernasconi Torino), una rarità il Biciclo del 1860 munito di freni a manubrio. Un bellissimo triciclo del Novecento con cavallino, creato per i bambini più fortunati del tempo, ed un velocipede ad uso dei più piccoli.
Straordinarie alcune biciclette risalenti ai primi dell’Ottocento e anche al Novecento, l’opera artigianale di alcune aziende si ingegnarono, creando un mercato commerciale rivolto ai piccoli artigiani, che giravano tra i paesi offrendo i loro servizi, la loro manodopera di antichi mestieri, come le biciclette del barbiere, l’arrotino, il pittore, il maestro, il ciabattino, il medico e anche del prete. Tutte le biciclette dei mestieri esposte, hanno suscitato stupore e bellezza per quanta organizzazione ed accuratezza dedicassero gli artigiani nell’esporre la loro merce o i vari attrezzi del mestiere. Una rarità la bicicletta del pompiere, di colore rossa e riccamente accessoriata per l’evenienza dell’epoca. Il percorso porta il visitatore all’esposizione delle biciclette di velocità, del periodo 1900-1911, alcune hanno una magica ed incredibile storia che li ha portati, ancora oggi ad essere funzionanti, allestite ed associate a delle coppe che li hanno visti vincitori, proprio nel velodromo di corso Casale a Torino. Tra le biciclette da corsa, inglesi, tedesche e francesi, ne spicca una italiana, costruita da Venturino/Tartaglia di Caluso. «Un’altra bella dimostrazione del materiale acquisito in trent’anni di collezionismo di Antonio Iorio, abbiamo voluto raccontare la storia dei bicicli e gli antichi mestieri, che sicuramente alcuni di noi ricordano ancora i personaggi ambulanti che giravano tra i nostri paesini, li abbiamo visti operare fino negli anni 1950/60 – ha spiegato Gennaro Ciotola – ringrazio tutti gli organizzatori della mostra che, uniti condividiamo la tessa passione e l’amore del nostro passato, che vogliamo condividere in questa mostra con i tanti visitatori».
Il Club 296 Model è presente con modelli di biciclette, realizzate in legno, dal socio modellista Riccardo Mantovan, che ha esposto una biciletta militare in dotazione all’Arma dei carabinieri nell’anno 1875, una copia della bici usata dal campione Gino Bartali del 1938 e la bicicletta da Bersagliere. Particolare la bici-carretto dei gelati, realizzato in carta dal modellista Carlo Rionda. Le pareti della sala espositiva è stata arricchita anche da foto d’epoca, in bianco e nero, curate da Gianni Segato, ricostruendo l’ambiente sociale e culturale in cui gli artigiani e le loro biciclette si muovevano. «La nostra soddisfazione è di poter chiudere il triennio 2016 -2019, proprio in questa sala, in cui abbiamo realizzato 85 importanti l’allestimenti, tra mostre ed altre attività di assoluto valore sociale», ha detto Claudio Macario, presidente della Pro loco. Un tocco di stile ed eleganza dell’epoca è stata regalata dal collezionista venariese, Bruno Navone, che ha adornato ed associato ai modelli, alcuni cappelli e bastoni provenienti dalla sua ricca collezione che vanta circa 450 pezzi, tra bastoni in argento e avorio e cappelli e bombette dell’epoca. Il quaderno dei messaggi, messo a disposizione del pubblico, ha rimarcato e sottolineato innumerevoli lodi e congratulazioni alla bellissima mostra.
L’ingresso è libero.