È solo -giurano – il primo appuntamento di “A Raccolta, la Cannabis risponde”. «La battaglia contro il proibizionismo e la disinformazione nei confronti della Cannabis è appena cominciata », a scriverlo a chiosa di un dovizioso report sul convegno sul tema tenutosi la scorsa settimana a Milano è Fabio Trocino, giovane militante del Pd molto noto nel Ciriacese nonché segretario del circolo del Partito democratico Val Malone, impegnato da anni nella campagna per la legalizzazione della Cannabis.
«In un sabato compromesso dalle pazzie del meteo (22 giugno 2019) a Milano, Torino, Modena e Bologna con grandinate e nubifragi spaventosi, segnalando ancora una volta la pericolosità della reazione della natura ai cambiamenti climatici, il mondo della cannabis italiano ha deciso lo stesso di riunirsi a Milano, per sfidare il Governo gialle-verde sulla nuova politica contro la cannabis light – racconta Trocino – Uno degli organizzatori, Luca Marola, Ceo di Easy Joint, garantisce che “A Raccolta la Cannabis risponde” non è la nascita di una nuova associazione di canapacultori, ma l’unione di tutte le sigle, gli attivisti, gli operatori del settore, giornalisti, ricercatori e medici, che lottano contro la costante opera di disinformazione da parte dei media e delle politica nei confronti del mondo della Cannabis». Alla Camera del lavoro della Cgil di Milano si sono così avvicendati gli interventi di Alberto Airola -Senatore M5S, Barbara Bonvicini – Radicali italiani, Marco Bosi – vicesindaco di Parma, Giuditta Pini – deputato Pd, Riccardo Magi – deputato +Europa, Fabiana Montanari – consigliere comunale di Reggio Emilia (Pd), Federico Mensio – consigliere comunale di Torino (M5S), Lorenzo Lipparini – assessore alla Partecipazione di Milano, Alessandro De Chirico – consigliere comunale di Milano (Forza Italia), che hanno dichiarato la volontà di conti- il processo, ormai avviato, di promozione della coltivazione della cannabis industriale e a scopo terapeutico (fenomeno riscontrabile anche sul nostro territorio, ndr), grazie all’approvazione della legge n. 242 del 2 dicembre 2016, ancora non del tutto regolamentata. Durante i lavori del consesso si è chiesto al Parlamento e al Governo una regolamentazione su produzione e commercializzazione delle inflorescenze di cannabis, che nella recente sentenza pubblicata dalla Cassazione a sezioni unite è stata messa in discussione. L’avvocato Carlo Alberto Zaina ha ricordato che tali mancanze di regole certe stanno colpendo un mercato giovane e in espansione. «Il punto è sempre quello ribadisce Trocino – la cannabis light si può commercializzare, purché l’inflorescenza non abbia effetti droganti. Ma intanto le questure di mezza Italia sequestrano fiori di canapa con un quantitativo di sostanze droganti simili a quello della lattuga, come ha ricordato l’attore Luca Bizzarri, intervenendo con un video messaggio». Anche Gianni Mancino del sindacato di Polizia Silp – Cgil ha affermato dal palco «che sembra uno spreco di risorse impegnare migliaia di uomini delle forze dell’ordine per i sequestri preventivi di sostanze, molto spesso risultanti innocue, viste le limitate risorse di cui dispongono nel contrastare fenomeni più pericolosi come la criminalità organizzata».
La “New Canapa Economy” è un settore che nell’ultimo anno ha avuto una crescita esponenziale in Italia: si è passati dai 400 ettari di terreno coltivati del 2013 ai 4mila stimati per il 2018. Per la Coldiretti “sono centinaia le nuove aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa” in tutti i campi. La “marijuana legale” in Italia in questo momento conta un migliaio di aziende per circa 1500 lavoratori e un indotto agricolo in cui sono impiegati 10mila addetti. Il giro d’affari – peraltro in una fase embrionale e limitata come quella italiana (A Ciriè il primo store è giunto solo un anno fa)- ammonterebbe a 150 milioni di euro all’anno. Intanto, il deputato Magi di + Europa annuncia la ricostituzione del Intergruppo parlamentare per la legalizzazione, che in solo due giorni conta oltre 60 adesioni di forze politiche trasversali. Beppe Croce, di Federcanapa, ha presentato la nascita di un registro per l’autoregolamentazione sulla qualità e tracciamento del prodotto.
Intanto – è notizia recentissima – aumentano i growshop che hanno deciso di querelare il ministro Matteo Salvini per diffamazione, a causa delle parole del ministro dell’Interno, che aveva accusato questi negozi di essere diseducativi eua fomentare consumo e spaccio di droghe. Un vero e proprio movimento con l’intenzione di produrre più querele possibili entro il 15 luglio