Una montagna di lettere (tante seppur anonime) per segnalare la presunta sparizione della maggiorparte dei gatti appartenenti ad una colonia felina di una grande azienda del territorio. Il tutto a seguito di una convenzione che questa ha stipulato con una associazione animalista che avrebbe dovuto occuparsi della cattura e sterilizzazione dei felini selvatici e dell’adozione dei cuccioli. «Non sappiamo dove siano finiti, l’associazione non ci risponde e non dà riscontri sulle adozioni», il tenore delle missive, con molta probabilità vergate dai “gattari” che davano da mangiare a quei mici: «Non rispondo più a queste illazioni- dice piccata la responsabile dell’associazione – Il nostro operato è stato limpido e le informazioni sui nostri canali di riferimento sono a portata di tutti. Se poi ci sono ancora dubbi, facciano un esposto e chiamino i carabinieri. Siamo tranquilli. Certo questo è il ringraziamento di questi “animalisti” verso chi ha salvato quei mici da una derattizzazione…» Derattizzazione? Sarebbe stata questa la prima soluzione individuata dai dirigenti dell’azienda (con cui abbiamo cercato di parlare finora invano) per risolvere il problema delle colonie feline all’interno delle unità produttive. «Per fortuna hanno capito che oltre ad essere un reato sarebbe stato crudele. A loro interessava solo risolvere il problema dei gatti che finivano nelle cabine elettriche, e pure a noi, anche se forse da un altro punto di vista».
«È una vicenda strana – commenta per la Lida (Lega Diritti Animali) la responsabile della sezione locale, Laura Masutti – anche noi abbiamo ricevuto queste lettere e anche noi abbiamo recentemente sterilizzato e messo con successo a tutela le colonie feline nell’ex Saiag: sulla derattizzazione scampata varrebbe la pena approfondire».