Tra i tanti che oggi, lunedì 29 ottobre, si sono trovati di fronte al Comune di Torino per perorare le opposte istanze dei “si” e dei “no tav”, c’era anche Luca Incarnato, l’ex letturista cinquantenne di Sicea (vive a Groscavallo) che da due anni lotta in ogni modo per riottenere il lavoro perso durante la controversa fase dell’accorpamento della Sicea con Smat nel 2014. In concomitanza di uno dei Consigli comunali più caldi degli ultimi tempi (si discuteva la mozione con cui la sindaca Appendino chiedeva al Governo di rinunciare alla Tav) Incarnato, supportato dai compagni di Rifondazione e di Potere al Popolo, ha ripreso lo sciopero della fame. Protesta estrema che aveva interrotto al quarto giorno il 3 ottobre scorso dopo l’ennesima promessa (non mantenuta) da parte delle autorità comunali di organizzare un incontro con cui Incarnato si potesse confrontare con i nuovoi vertici di Smat e cercare insieme una soluzione al suo caso: come è noto l’ex lavoratore, la cui mobilità è terminata a maggio del 2017, si è trovato in mezzo ad una vicenda che egli definisce kafkiana: «Mi avrebbero reintegrato al lavoro solo come letturista – spiega – una mansione che già non svolgevo da anni perché impossibilitato da comprovati motivi medici».
30 Ott 2018
Tra i pro e i no Tav Luca torna a fare lo sciopero della fame per il lavoro: «Preso ancora in giro»