Un fucile mitragliatore «Browning», un «Breda 30», un Mp 40 in dotazione alla Wehrmacht, un mitra «Sten», una carabina modello «Carcano Mannlicher M-11» con la baionetta, pistole di vario calibro, lanciarazzi, canne per fucili da guerra, doppiette, caricatori e altro ancora. Lunedì mattina, come disposto dal Tribunale Ordinario di Torino Ufficio Corpi di reato, i carabinieri di Corio hanno prelevato le armi dall’Ufficio Corpi di Reato per consegnarle all’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Torino «Giorgio Agosti». Mitra, fucili e pistole recuperate o sequestrate dai militari di Corio (e chissà quante ancora ce ne saranno nelle vallate alpine, nascoste nei posti più impensati) ora verranno custodite in un magazzino protetto. Una parte del materiale messo a disposizione dell’Istoreto è stato raccolto nel tempo da Vittorio Osella Abate, il tabaccaio di Corio, scomparso alcuni anni fa. L’uomo era appassionato di quel periodo storico, che lui aveva vissuto quando era appena un bambino e poi nei racconti di chi aveva combattuto o aiutato la Resistenza. E, girando per le montagne, oppure ricevendo a sua volta donazioni da chi scopriva di avere degli armamenti nel fienile di una baita abbandonata o rinchiusi in qualche cassone dimenticato, era riuscito a mettere insieme un discreto numero di reperti bellici. Lasciati da fascisti, nazisti o soldati inglesi, oppure accantonati da qualcuno che sognava poi la rivoluzione. «E per questi reperti troveremo una sistemazione adeguata, forse un’esposizione permanente, senz’altro saranno utilizzati per allestire delle mostre o per dei fini didattici rivolti alle nuove generazioni» – ammette Luciano Boccalatte, dal 2012, direttore dell’Istituto «Giorgio Agosti», che si aggiorna continuamente raccogliendo e conservando documenti delle formazioni partigiane attive in Piemonte durante la Seconda Guerra mondiale.
L’arsenale della II Guerra Mondiale sequestrato dai carabinieri finisce in museo