La polizia municipale di Ciriè ha segnalato alla Procura di Ivrea per diffamazione e calunnia tre persone perché sul gruppo locale di Facebook «L’Altra Ciriè» era comparsa la frase: «Prendono le bustarelle dai parcheggiatori abusivi». Gli indagati sono gli amministratori del gruppo e l’utente che ha postato la sua personale considerazione sull’operato dei vigili urbani. Che è rimasta sulla bacheca solo poche ore e poi è stata comunque rimossa con tanto di scuse pubbliche. «Bisogna prestare molta attenzione quando si usano i social e, soprattutto, a quello che si scrive, perché è come se uscisse su un giornale – riflette Roberto Macchioni, il comandante della polizia municipale di Ciriè -. Anche se ci si nasconde dietro una tastiera o un nickname, si viene comunque rintracciati, per questo quando si interagisce sul web pubblicamente ci vuole cautela e rispetto». La storia di Ciriè, sebbene isolata e subito circoscritta, è più o meno simile a quanto successo due anni agli agenti della polizia municipale di Venaria. Sul gruppo «Sei di Venaria se…» comparvero frasi pesantissime tipo: «I vigili sono solo una banda di mafiosi», «prima o poi trovano qualcuno che gli spacca le gambe», «devono stare attenti perché scippano mazzate», «devono bruciare», «devono morire». Per queste considerazioni finirono nei guai sei internauti della Reale e dintorni chiamati poi a rispondere di diffamazione, minacce, oltraggio e ingiurie a pubblico ufficiale.
Il caso era stato pubblicato da questa testata la scorsa settimana in ordine alla convocazione ufficiale dei tre internauti presso il Comando della Polizia municipale (per essere interrogati), avvenuta giovedì 15 febbraio contestualmente all’uscita in edicola dell’edizione cartacea del Risveglio.
La notizia del deferimento alla Procura è stata confermata dal comandante dei vigili Roberto Macchioni in persona. Sarà nostra cura intervistare gli amministratori de L’Altra Ciriè nell’ambito del servizio dettagliato sulla vicenda che si troverà nel giornale in edicola domani, 22 febbraio 2018.