L’apertura di uno spazio dedicato alla cultura è sempre cosa buona, a maggior ragione di questi tempi così austeri. Lo è ancora di più, a prescindere dalle funzioni precipue che si accinge a svolgere, se dietro ha una storia come quella di Labbò, la galleria d’arte inaugurata sabato pomeriggio a San Maurizio in via Bo. I locali che la ospitano sono quelli dell’antica casa littoria del paese, oggi ancor più simbolicamente “strappati” alle nefaste memorie fasciste del passato e riconsegnate alla comunità per una fruizione certamente più nobile di quelle assolte oltre settanta anni fa dai paracadutisti repubblichini del battaglione Nembo, che nei pressi vi avevano anche le prigioni per gli interrogatori e le torture. Se poi vi aggiungiamo che l’artefice di Labbò è Franco Brunetta, storico della Resistenza e figlio del partigiano “Lothar” che in una lontana campagna elettorale, nel 1964, si impegnò invano nel fare diventare quell’edificio una casa per le associazioni, ecco che il cerchio della storia ancora una volta si chiude. Labbò sarà anche, in un continuum concettuale ed artistico fortemente voluto peraltro, la casa della Bottega delle Nuove Forme, l’associazione fondata da Brunetta durante la sua lunga esperienza di insegnante per sviluppare e promuovere tra gli studenti l’amore per l’arte e la bellezza. Sempre senza dimenticare la storia, naturalmente. All’inaugurazione, sobria e delicata come i padroni di casa Franco e la moglie Rory, hanno partecipato oltre ad autorità comunali e al sindaco Biavati una nutrita schiera di amici, appassionati ed anche intenditori del particolare movimento artistico che caratterizza l’ispirazioni delle opere presenti – il Situazionismo – realizzate da Franco Brunetta e in alcuni casi in collaborazione con i suoi allievi. Toccante la partecipazione del maestro Piero Simondo (uno dei maggiori artisti viventi del filone sorto da una costola dell’arte contemporanea di matrice pop wahrolliana – che nonostante un’età più che veneranda non ha voluto mancare al coronamento del sogno del discepolo.
Esaustiva ed emotivamente partecipata anche l’introduzione della storica dell’arte Giulia Venuti nonché direttrice del museo “Officina della Scrittura”: «In parallelo con l’esperienza de “la Bottega delle Nuove Forme” Brunetta ha sviluppato una personale ricerca basata sulla manipolazione e sulla trasformazione di materiali come la plastica in prodotti artistici, nobilitando in chiave estetica (e fortemente simbolica oltreché ecologistica e politica nel senso altro del termine, ndr) oggetti di scarto o cosiddetti “poveri” e di uso comune».
È nata Labbò, una“galleria pop”nell’ex casa littoria